Lo storico Teatro Carani di Sassuolo ha fatto da cornice all’iniziativa “Primavera di legalità” promossa dall’associazione il Coraggio di Cambiare dedicata, per questa prima edizione, al giudice Antonino Caponnetto, e che ha visto intervenire a Sassuolo ospiti importanti che hanno portato la loro preziosa testimonianza. Figure come quella di Caponnetto insegnano che lo strumento principale per combattere la criminalità organizzata sia la diffusione della conoscenza soprattutto fra i giovani.
Ad aprire il giro degli interventi Salvatore Calleri uno dei più stretti collaboratori di Caponnetto e presidente dell’omonima Fondazione. “Anche in Emilia-Romagna c’è la mafia, e la questione è spesso sottovalutata – ha ricordato – bisogna lavorare perché i ragazzi sappiano che la mafia ti compra, ma che la legalità è la strada giusta e sfatiamo un luogo comune muore di più chi fa mafia che chi la combatte”. Andrea Barducci, presidente della provincia di Firenze, ha parlato del legame tra la figura di Caponnetto e la sua città. “La mafia è un fenomeno nazionale ed europeo – ha detto – è fondamentale alimentare la cultura della conoscenza. Ad un giovane dobbiamo far capire che gli conviene stare nella legalità. Circa 600 ragazzi degli istituti superiori di Firenze hanno lavorato quest’anno nei campi confiscati dalla mafia; credo sia un’esperienza forte che permette la costruzione di una coscienza” e ancora “C’è una politica buona e una che non lo è, noi dobbiamo stare nel primo gruppo. Non siamo tutti uguali”. A proposito di studenti, l’assessore alla scuola della nostra città Antonio Orienti ha ricordato come gli studenti del liceo sassolese Formiggini ritireranno nei prossimi giorni un premio sulla lotta alle ecomafie. La parola è poi passata all’autore del libro “Ali bruciate, i bambini di Scampia” Davide Cerullo, che ha dovuto fare i conti in prima persona con la camorra quando dai 14 anni ha deciso di farne parte per combattere la povertà della famiglia.
“Guadagnavo tanti soldi vendendo droga, sono stato in prigione e ho partecipato ad una sparatoria di cui sono rimasto vittima. Non avevo paura. Poi quando a 18 anni fui arrestato, in carcere ho trovato una nuova strada leggendo la Bibbia. La camorra ti compra, ma le parole, l’azione e l’esempio di chi la combatte possono salvare persone e portare a dei cambiamenti. Sono uscito grazie a chi ha creduto, per citare Don Ciotti, che gli irrecuperabili non esistono, sono solo frutto della nostra cattiva volontà”. “La mafia ha una grande potenza economica persuasiva –è stato l’intervento del senatore Lorenzo Diana – per questo non esiste solo nel mezzogiorno, servono politiche riformiste incisive e trasparenti per contrastarla davvero”.
Intenso l’intervento della presidente dell’associazione il Coraggio di Cambiare, Maria Cristina Vandelli, che ha sottolineato l’importanza dell’educare alla legalità: “Ci sono cose come la l’illegalità o la droga che non devono risultare normali. È un messaggio che deve passare forte e chiaro soprattutto tra i giovani. L’obiettivo di questi incontri è proprio questo”. Un ricordo poi della stessa del giudice Caponnetto “lo conobbi nei primi anni novanta, mi colpì la sua gentilezza e lo sguardo umile e gentile”. Le parole che hanno chiuso il partecipato momento di confronto, sono proprio quelle di Caponnetto, dalla voce dell’attore Marco Pifferi: Per concludere “Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli”.