Confesercenti, Comfcommercio, Licom-Lapam e Cna.com, per sottolineare il loro totale dissenso rispetto alle scelte effeuttate, hanno scelto di abbandonare la sala in cui era in corso la riunione programmata per questo pomeriggio. Di seguito la nota congiunta che un rappresentante incaricato dalle quattro associazioni imprenditoriali del commercio, ha letto in occasione della conferenza di pianificazione sul nuovo poic, il piano operativo degli insediamenti commerciali.

Diversi Comuni della nostra provincia hanno espresso la volontà di realizzare grandi superfici di vendita. Queste nuove aree commerciali andrebbero ad aggiungersi a quelle già pianificate nel POIC del 2006 e alle aree di esclusiva competenza comunale, in molti casi per riqualificare le aree industriali dismesse trasformandole in aree commerciali

E’ stato più volte ribadito che siamo in periodo di contrazione dei consumi e che la nostra rete commerciale è in equilibrio. In circostanze come queste è necessario stimolare gli investimenti, ma bisogna anche operare scelte responsabili, che tengano conto del quadro generale dell’economia della nostra zona, se non si vuole peggiorare la situazione con decisioni affrettate e poco lungimiranti.

In un momento in cui la produzione industriale è in recupero e i consumi in calo, “riqualificare” aree industriali dismesse trasformandole in aree commerciali è una decisione che lascia quantomeno perplessi. La costruzione di simili strutture commerciali è una scelta miope, che farebbe terra bruciata dietro di sé. La realizzazione di queste CATTEDRALI in un tessuto urbano desertificato, impoverirà, invece che arricchire, l’offerta commerciale per i cittadini, mettendo in particolare difficoltà le fasce deboli della popolazione, come gli anziani; infatti, se il piano di programmazione provinciale venisse approvato così com’è, avrebbe un fortissimo impatto sulla rete commerciale mettendo a rischio la sopravvivenza sia dei piccoli negozi di prossimità sia dei centri di vicinato.

In questo contesto vorremmo che la Provincia svolgesse un ruolo di programmazione sulla base di una visione generale dello sviluppo della rete distributiva, bloccando chi propone nuove strutture il cui impatto potrebbe essere devastante, e non si limitasse ad approvare passivamente, trascrivendo sul POIC la somma delle proposte provenienti dai comuni, ignorando il confronto nell’ambito della conferenza di pianificazione, e vanificando ogni livello di concertazione.

Occorre sottolineare che anche le argomentazioni addotte a sostegno del POIC paiono evidenziare come l’obbiettivo non sia quello di garantire la pianificazione degli insediamenti commerciali, ma semplicemente quello di dare un cospicuo contributo al “partito del mattone”.

Anche le argomentazioni sul tema dell’occupazione appaiono deboli. Si evidenziano i posti di lavoro che verranno creati, ma non quelli che verranno persi: si stima che, per ogni posto di lavoro creato nella grande distribuzione, ne vengono a mancare tre in quella “cosiddetta” tradizionale. A questo si aggiunge la qualità dei nuovi contratti di lavoro attivati, che nella grande distribuzione sono spesso precari e poco remunerativi.

Le Associazioni ribadiscono con forza la ferma contrarietà all’attuazione immediata di questo strumento, pertanto alla luce di quanto già espresso, in assenza di un segnale positivo, di un ulteriore approfondimento delle questioni poste, non hanno altra scelta che abbandonare immediatamente la riunione della conferenza di pianificazione, lasciando alla componente pubblica COMUNI E PROVINCIA la completa responsabilità dell’adozione di uno strumento che ha ignorato ogni richiesta concertativi.

Si richiede che questa dichiarazione risulti ufficialmente agli atti della stessa.

(CONFESERCENTI, LAPAM LICOM, CNA.COM, CONFCOMMERCIO FAM)