Riunire tutti i professionisti che si occupano di cura del dolore cronico sul territorio per dare avvio a un articolato piano di azioni che possa garantire efficaci terapie nelle strutture territoriali, soprattutto residenze per anziani e disabili, e al domicilio dei pazienti. Questo l’obiettivo di un importante convegno in programma il 7 giugno a Modena che, vista la delicatezza del tema, vuole andare oltre il semplice approccio organizzativo. Oltre a medici, infermieri e professionisti delle aziende sanitarie, interverrà il filosofo Salvatore Natoli che, grazie alla qualità indiscutibile delle sue riflessioni sul dolore nella società occidentale, potrà ampliare la discussione aldilà delle considerazioni mediche e scientifiche.

Il convegno “Prendersi cura del dolore cronico. Obiettivo sfidante delle Cure Primarie”.

L’evento formativo “Prendersi cura del dolore cronico. Obiettivo sfidante delle cure primarie” del 7 giugno (dalle 8.30 alle 13.00) si terrà all’Hotel Raffaello di Modena (strada per Cognento, 5) e vedrà la partecipazione di più di trecento tra medici e infermieri. L’evento rientra fra le iniziative organizzate in tutta la Regione Emilia-Romagna in occasione della giornata nazionale del sollievo, celebrata lo scorso 29 maggio, per la promozione delle cure palliative e in particolare della terapia del dolore. Il convegno aprirà con i saluti del Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena Giuseppe Caroli e dell’Assessore alle politiche sociali e sanitarie del Comune di Modena Francesca Maletti. Il Direttore Sanitario Ausl Guido Pedrazzini illustrerà il significato dell’evento, inquadrandolo nelle scelte strategiche che l’Azienda USL sta facendo sulla rete di terapia del dolore e delle cure palliative. L’assessorato regionale alle politiche per la salute sarà presente con un suo funzionario, Maria Rolfini, che interverrà illustrando la legge 38 del 2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” e le sue ricadute nella nostra regione. Seguirà poi la relazione del responsabile del Programma Cure Palliative Paolo Vacondio che illustrerà il piano concreto di azioni progettato dal Dipartimento delle cure primarie per migliorare l’efficacia nel prendersi cura di chi ha dolore. Si tratta di una strategia di interventi atti a rendere sistematica e omogenea la valutazione del dolore nell’ambito dell’assistenza domiciliare e delle residenze per anziani o disabili. La valutazione svolge un ruolo chiave in quanto fa emergere il problema dolore e richiama su esso l’attenzione del sistema curante rendendo dunque inevitabile un’azione terapeutica; inoltre la valutazione permette anche di misurare l’efficacia delle azioni terapeutiche.

Risulta quindi evidente quanto sia decisivo che ogni unità operativa adotti scale di misurazione del dolore che portino ad una sistematica registrazione di questo sintomo. Un ruolo fondamentale nella valutazione e registrazione del dolore è svolto dall’infermiere, mentre la responsabilità terapeutica rimane al medico curante che potrà contare di supporti consulenziali da parte di colleghi più esperti o di specialisti del centro aziendale di terapia antalgica con i relativi ambulatori dislocati in ogni distretto.

Il medico di famiglia Gaetano Feltri porterà nel convegno la voce della medicina generale declinando nel contesto concreto delle cure domiciliari questo “Piano Marshall” di lotta al dolore cronico. Ci sarà poi ampio spazio per la lezione magistrale di Salvatore Natoli che, grazie alla qualità indiscutibile delle sue riflessioni sul dolore nella società occidentale, inserirà una riflessione filosofica in un contesto fondamentalmente organizzativo, per allargare gli orizzonti di significato del quotidiano operare di medici e inferimeri.

La mattinata si chiuderà con l’intervento di Maria Luisa De Luca che, come Direttore del Dipartimento di cure primarie Ausl, formulerà quali impegni dopo questo evento dovranno essere assunti e come questi si inquadrino nel nuovo contesto del dipartimento unico provinciale.

A Modena un piano per la lotta al dolore che coinvolge 9mila pazienti assistiti a domicilio e nelle residenze per anziani e disabili.

Il dolore cronico rappresenta un problema di salute pubblica rilevante per il suo pesante impatto sulla qualità della vita di troppi cittadini. Gli studi europei dicono che in Italia il 26 per cento della popolazione dichiara di soffrire di dolore cronico e i pazienti coinvolti nel piano provinciale – circa 9mila fra assistiti a domicilio e nelle residenze per anziani e disabili – rappresenta un ambito in cui il dolore è molto più rappresentato rispetto alla popolazione generale. L’anno scorso nella nostra provincia sono stati oltre 15.500 i pazienti assistiti a casa (347mila accessi), dei quali oltre il 75 cento anziani con più di 75 anni. I pazienti con tumore (una delle categorie che più ha bisogno di terapie volte al sollievo) assistiti nel 2010 sono stati oltre 1.200. Numeri che testimoniano impegno e qualità da parte dell’Azienda USL di Modena, visto che negli ultimi dieci anni c’è stato un incremento di oltre 4mila unità di pazienti assistiti a domicilio. Assistenza garantita da una rete di cure primarie che coinvolge medici di famiglia, pediatri di libera scelta, infermieri domiciliari.

Il dolore è tra le principali motivazioni di ricorso al medico e alle cure e ha un impatto socioeconomico devastante in termini di riduzione o perdita della capacità lavorativa. Il dolore è molto frequente tra i pazienti affetti da malattie oncologiche, ma si presenta con una rilevanza davvero importante anche in tutti quei quadri di malattie croniche o degenerative, soprattutto nella popolazione anziana. Essendo un problema così diffuso la sua cura non può essere ristretta a pochi specialisti. Se è un problema di tanti cittadini, tanti devono essere i medici che se prendono cura. I medici dovranno dunque migliorare le loro competenze nell’approccio al dolore e nel trattamento farmacologico. Inoltre il sistema di cura complessivo dovrà mettere a disposizione dei curanti supporti consulenziali di diversi livelli: un collega più esperto facilmente raggiungibile e centri specialistici dedicati ai casi più complessi che si assumono anche il compito di fare cultura, di tenere alto ed aggiornato il livello delle competenze diffuse in ambito di terapia antalgica.

Emergono evidenti correlazioni e affinità tra la cura del dolore e le cure palliative. Il dolore così come il fine vita rappresentano problemi diffusi e non ascrivibili in ristretti ambiti specialistici. In parte le casistiche si sovrappongano, si pensi ai pazienti affetti da malattie oncologiche o cronico degenerative. C’è un clima emotivo di sofferenza e tragicità che si ritrova in entrambi casi e rappresenta la base delle scelte organizzative dell’Azienda USL che sta sviluppando un modello di rete delle cure palliative e della terapie del dolore molto simile e con organismi di governo fortemente integrati.

Il modello modenese propone una vicinanza diffusa fra pazienti e chi soffre di dolore cronico o ha bisogno di cure palliative. I medici di famiglia potranno migliorare la loro formazione in questi ambiti, che pure sono stati negli ultimi dieci anni oggetti di numerosi eventi formativi, e potranno contare su colleghi esperti e formati che possano supportarli Questo modello nasce dalla vasta esperienza maturata a Modena nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata. Le Cure Palliative e la terapia del dolore in ambito territoriale si innestano nel sistema di cure domiciliari affidando ai Servizi assistenza domicliare infermieristica di ogni distretto il ruolo di perno su cui articolano i progetti di assistenza domiciliare nei quali il medico di famiglia è responsabile terapeutico e i Servizi sociali si integrano.

Breve profilo di Salvatore Natoli

Salvatore Natoli è professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Milano-Bicocca. Attento alla ricostruzione delle linee fondamentali del progetto moderno, ha rivolto la sua attenzione al senso del divino nell’epoca della tecnica. Si è interessato delle questioni teoriche della filosofia, dei rapporti tra ragione e passione, quindi anche di teoria degli affetti, e, in particolare, del dolore. Tra gli altri, ha scritto il libro “L’esperienza del dolore”

foto, da sinistra: Paolo Vacondio e Guido Pedrazzini che hanno presentato l’iniziativia