Si è conclusa questa mattina la prima fase di lavoro sul marketing territoriale avviata dalla Provincia di Reggio Emilia il 18 gennaio scorso e che ha chiamato a raccolta tutti coloro che – nel pubblico come nel privato – si vogliono occupare di promuovere insieme Reggio Emilia in Italia e nel mondo, per offrire strumenti di riflessione e discussione in grado di favorire l’assunzione di linee di indirizzo condivise.

“E’ stato un progetto davvero partecipato quello promosso dalla provincia non come ente, ma come territorio, per imparare finalmente, tutti insieme, a promuovere le nostre grandi qualità, dopo tanti anni di eccessiva modestia – ha detto la presidente della Provincia, Sonia Masini aprendo la mattinata – Questo tempo è maturo e Reggio Emilia è pronta ad uscire dai propri confini ed anche a portare qui quei visitatori che cercano i luoghi più belli del mondo e che noi abbiamo, grazie anche alle persone che qui vivono ed al modo con il quale viviamo. Dobbiamo essere consapevoli di essere terra ospitale e di grande valore e promuoverci come tali, perché anche così si può superare ancora prima la crisi e dare una speranza ai nostri giovani, che sono in gamba e hanno voglia di fare e di crescere”.

“Da quel giorno – come ha spiegato Marco Ferrari di Image Communication aprendo i lavori – è iniziato un serio e proficuo confronto tra i migliori rappresentanti del mondo reggiano delle imprese, della cultura, dell’enogastronomia, della creatività, dell’istruzione e del turismo che ha coinvolto un centinaio di persone innanzitutto per delineare tre parole-chiave, in grado di rappresentare la caratteristica ed anche la forza del nostro territorio: accoglienza, civiltà e qualità”.

“E’ stato un lavoro davvero molto partecipato – ha aggiunto Angelo Baiocchi, docente di marketing ed esperto di comunicazione – dal quale, individuando criticità ed opportunità del nostro territorio, diversi gruppi hanno poi elaborato una serie di proposte in grado di produrre progetti concreti che fondamentali per una realtà che, certamente, è sottoesposta, meno percepita e valorizzata di altre proprio rispetto ai tre valori individuati. Questa è una terra, appunto, di grande civiltà, una civiltà che va ben oltre la cultura, la storia, la qualità dell’istruzione ma diventa modo di vivere e di convivere. Ma è anche una terra che ama fare, più che confezionare e comunicare, e questo spiega la sua sottoesposizione rispetto ad altre realtà”.

Scuola/“Puntare sul fascino delle eccellenze educative”

Ad aprire gli interventi sono stati Carla Rinaldi di Reggio Children e Davide Zanichelli di Netribe, parlando a nome del gruppo “Scuola” intesa non come struttura burocratica ma come miscela e diffusa di metodi e politiche finalizzata alla cura del processo educativo e formativo in tutti i suoi aspetti. L’obiettivo del gruppo è stato quello di individuare alcuni progetti realizzabili e sostenibili, tenendo conto dell’eccellenza presente sul territorio e conosciuta in tutto il mondo rappresentata dal Reggio approach, che attraverso Reggio Children richiama ogni anno 10.000 pedagogisti ed educatori nella nostra città, di cui almeno 4.000 si fermano a Reggio per 8-10 giorni. Ma nel sistema, oltre ovviamente alle scuole, rientrano anche i progetti di ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia, l’attività educativa e internazionale del Centro nazionale della Danza-Aterballetto, l’istituto Peri, il Premio “Paolo Borciani”. La proposta del gruppo è quella di evidenziare tutte queste eccellenze, metterle in rete realizzando un atelier diffuso e proporre Reggio Emilia quale meta turistica e di permanenza per apprezzare un luogo di autoeducazione permanente.

Creatività/“Volano di sviluppo per migliorare la nostra immagine”

Massimiliano Colombo, direttore marketing della Brevini, ha esposto la sintesi di lavoro del gruppo “Creatività/Innovazione”, intesa come “potenziale volano di sviluppo per migliorare l’immagine del territorio”. “Le aziende reggiane riescono con la creatività e l’innovazione a compensare il minore costo di produzione che hanno cinesi o altri Paesi, ma la creatività non è solo un valore culturale, ma anche un fattore di sviluppo economico e sociale del territorio”.

Il gruppo ha dunque proposto un laboratorio che diventi una sorta di “sistema nervoso” in grado di collegare tutti i mille modi con cui la creatività si esprime nella nostra provincia. “Sicuramente, tutti i reggiani che vanno all’estero per affari privati o in delegazioni anche politiche e di lavoro possono essere ambasciatori di tutti gli altri aspetti – ha detto Colombo – Quando andiamo, per esempio, negli Stati Uniti, è normale che il nostro interlocutore, oltre che alle riunioni di lavoro, ci inviti a teatro, a vedere bellezze naturali, ci faccia visitare qualcosa di speciale che ha la sua terra o città. Credo che la stessa cosa possa e debba essere fatta da noi”.

“Negli ultimi vent’anni, con la globalizzazione, si è sviluppato quello che era già nel Dna reggiano, cioè il cercare soluzioni nuove, alternative: è diventato un modo d’essere perché modo di sopravvivere a un mondo che chiede sempre di più a livello di prestazioni, caratteristiche, qualità, innovazione, però essendo disposto a pagare sempre di meno – ha concluso – Certamente c’è un nesso positivo tra innovazione e cultura: creatività concreta diventa innovazione, che a sua volta diventa espansione economica, condizione di benessere diffuso. Perché non ci può essere sicurezza sociale, città tranquilla e governo dei processi sociali se non c’è comunque un processo continuo di creazione di ricchezza”.

Economia/“L’importanza dei macroprogetti”

L’intervento del professor Diego Maria Macrì (Università di Modena e Reggio Emilia) a nome del gruppo di lavoro “Economia” coordinato da Massimo Vapori (direttore marketing Gruppo Artoni) è stato teso ad inquadrare le modalità di intervento dei progetti per un brand della Provincia di Reggio Emilia, in breve e lungo periodo. Quelli di lungo periodo richiedono un’attenzione specifica e determinata; la loro lunghezza viene determinata anche dalla “distanza” fra l’ideazione dei progetti e la loro effettiva implementazione. I progetti che vedono la coesistenza di più attori sono più complessi di quelli di una singola organizzazione che vengono denominati inter-organizzativi.

In un quadro complesso come l’attuale, il professor Macrì si è soffermato a individuare le modalità di lungo periodo, quali lo sviluppo di Reggio Children e dell’Università, l’integrazione del rapporto tra scuola e territorio, strutture di comunicazione specializzate, ma anche i macroprogetti che riguardano l’Area Nord, lo sviluppo dei sistemi per il trasferimento tecnologico, la trasparenza della Pubblica amministrazione, il rapporto integrazione/equità.

Cultura/“Abbiamo tanto, serve una programmazione comune”

A relazionare sul gruppo “Cultura/Eventi” è stato il presidente de I Teatri, Giuseppe Gherpelli: “La civiltà deriva dal rispetto che una società nutre verso la propria storia e l’ambiente in cui vive e noi reggiani, oggi, possiamo ritenerci orgogliosi per il recupero di centri storici, palazzi, castelli, chiese che è stato realizzato in questi anni, pertanto la banalità del considerarci perdenti rispetto alle province limitrofe non ha più ragion d’essere – ha detto – Dobbiamo recuperare il legittimo orgoglio di una comunità che dispone di una inestimabile ricchezza di beni artistico-culturali, che spesso la stessa nostra comunità non conosce. Sbaglia chi, superficialmente, pensa ad una nostra irrimediabile sudditanza e dobbiamo abolire gli atteggiamenti rinunciatari, perché abbiamo una meravigliosa opportunità di valorizzazione grazie a questo patrimonio, nonché una potenzialità attrattiva unica rappresentata dalla rete di offerte che istituzioni pubbliche e private offrono quotidianamente ai cittadini: biblioteche, archivi, musei e teatri”.

Come farlo al meglio? “Attraverso una programmazione comune e ragionata, perché quello che oggi manca sono coordinamento e coesione, indispensabili per garantire razionalità, efficacia, maggiore qualità – ha concluso Gherpelli – Ma per riuscirci, occorrono investimenti adeguati e il superamento di ogni localismo”

Enogastronomia/ “Creare un circuito di eccellenze ed un marchio”

Maurizio Giglioli, direttore marketing di Credem Leasing, è intervenuto per il gruppo “Enogastronomia” che, coordinato da Fulvia Salvarani de “Il Rigoletto”, ha lavorato per definire un’immagine coordinata e integrata delle realtà del turismo enogastronomico reggiano, per incentivare la costruzione di relazioni forti tra il territorio e il pubblico di riferimento, proponendo un reale cambiamento dell’esperienza di consumo-offerta di Reggio Emilia, perché – ha precisato – “non c’é nulla di peggio per un brand di una promessa non mantenuta”.

Sono molti i prodotti tipici di grande qualità fra i quali spicca il Parmigiano-Reggiano e vasto è il carnet di fiere, sagre, cicli di serate al ristorante ed eventi sul territorio legati ai prodotti tipici. Ma molte sono anche le criticità di questo sistema di offerte che non sempre rispetta la promessa al turista proprio in termini di accoglienza, civiltà e qualità. “L’offerta turistica enogastronomica reggiana risente di troppa polverizzazione degli eventi e dell’assenza di una stabile organizzazione e coordinamento, elementi che tolgono forza e visibilità all’offerta stessa in ambito internazionale”, ha aggiunto Giglioli. La proposta del gruppo è dunque quella di metter al centro del progetto il Parmigiano-Reggiano, che faccia da traino, impreziosisca e nobiliti l’offerta turistica enogastronomica reggiana, rappresentando un filo rosso in grado di catalizzare attenzioni anche su aceto, vino, salumi ed altre produzioni.

Rispetto ad altre città italiane più importanti per cultura e patrimonio artistico, il gruppo propone di “differenziarci” offrendo al turista una pausa di relax (benessere, biciclette di cui siamo la capitale italiana per utilizzo, buon cibo, salute e natura) magari da agganciare/alternare alle più stressanti giornate di vacanza nelle città d’arte. “Occorrerebbe realizzare un “circuito organizzato di eccellenze”, creando un evento di lancio, un marchio, uno slogan che renda riconoscibile il circuito (strutture produttive, ristoranti, fiere, negozi alimentari ecc.) offrendo benefici tangibili a chi ne fa parte del circuito, fissare un protocollo di “stile reggiano” non assoluto ma relativo alle diverse categorie, da rispettare per essere ammessi al circuito – ha concluso Giglioli – E poi ancora creare pacchetti diversi di turismo enogastronomico ed organizzare con cura la logistica”.

Turismo/“Un database unico per il pubblico e il privato”

Anche il gruppo “Turismo” (relatore Alessandro Schiatti di Ww lab, coordinatore il sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini) ha svolto un’analisi dell’offerta esistente, proponendo una mappatura delle tipologie di turismo per proporre uno sviluppo ed una migliore comunicazione. Requisito essenziale per lo sviluppo è strutturare l’accoglienza, procedendo su alcuni filoni fondamentali: i fondi investiti, i tour-operator, le eccellenze del territorio, la creazione di un marchio di qualità da concedere a chi possiede requisiti minimi prefissati. La proposta è quella di creare un piano strategico di comunicazione ed un database digitale dove mettere in rete tutte le informazioni – infrastrutture, percorsi, appuntamenti, offerte – “governate” dal pubblico, ma aggiornato in modo partecipato e costante anche dai privati.

Comunicazione/ “Rivolgerci non solo all’esterno, ma anche a noi”

Ultima relazione quella di Maurizio Bocedi, dirigente dell’istituto scolastico Scaruffi-Levi-Tricolore, a nome del gruppo “Comunicazione” che – ha sottolineato – ha aperto riflessioni significative che ci hanno permesso di focalizzare l’attenzione su alcuni criteri fondanti, anche se il vero lavoro inizierà ora, in quanto era indispensabile venire a conoscenza dei progetti degli altri gruppi per poter definire la strategia comunicativa”. In termini generali, il gruppo ha individuato la necessità di costruire fortissime sinergie: ogni progetto non deve essere un’identità a parte, ma deve costruire una rete forte di relazioni. “Inoltre, la comunicazione non deve essere rivolta solo all’esterno, ma anche al territorio stesso, per coinvolgere e informare i cittadini di queste opportunità in quanto loro stessi possono essere da un lato fruitori, dall’altro possono trovarvi nuove occasioni in termini di sviluppo, produttività, occupazione – ha concluso – La comunicazione aiuta il rafforzamento dell’identità della provincia, che ha bisogno della collaborazione di tutti e che tutti siano consapevoli di questa identità”.