Riforma fiscale, lavoro e sviluppo, legge quadro per la non autosufficienza, riduzione degli sprechi nelle spesa pubblica e dei costi della politica. Sono le richieste che Cisl e Uil avanzano al governo con la manifestazione nazionale in programma a Roma dopodomani – sabato 18 giugno. La macchina organizzativa dei due sindacati gira a pieno. Da Modena partirà una quindicina di pullman che porteranno a Roma oltre 700 lavoratori e pensionati, donne, immigrati e giovani i quali si uniranno alle 50 mila persone attese nella capitale. La manifestazione sarà chiusa dai comizi dei segretari generali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Cisl e Uil chiedono al governo una sensibile riduzione della tassazione su lavoratori e pensionati, il sostegno alla famiglia con il Nuovo Assegno Familiare (NAF), un fisco premiale in favore dell’occupazione e degli investimenti destinato alle imprese socialmente responsabili, niente aumenti della pressione fiscale per lavoratori e pensionati a seguito dell’attuazione del federalismo fiscale, più trasparenza nei rapporti tra fisco e cittadino. «Per reperire risorse – dicono Cisl e Uil – occorre rafforzare la lotta all’evasione fiscale, ridurre significativamente l’elusione, una maggiore tassazione delle rendite e della speculazione, l’incremento delle imposte sui consumi pregiati». Per finanziare la riforma fiscale, reinvestire nello sviluppo, migliorare la gestione dei servizi pubblici nazionali e territoriali, è fondamentale ridurre la “cattiva spesa pubblica”. Bisogna contrastare sprechi e inefficienze e tagliare i costi della politica (in Italia ci sono troppe cariche per troppi livelli istituzionali e trattamenti sproporzionati). Occorre rendere più snella ed efficace la struttura istituzionale, più competitive ed efficaci le aziende dei servizi pubblici. Le economie sugli sprechi delle pubbliche amministrazioni vanno, in misura significativa, reinvestite per la qualità del servizio, l’incentivazione della produttività e il riconoscimento del merito. Per quanto riguarda una legge quadro per la non autosufficienza, per Cisl e Uil le misure a oggi adottate dallo Stato sono insufficienti e non organiche. Occorrono misure coerenti e uniformi su tutto il territorio attraverso una legge-quadro nazionale che preveda la determinazione da parte dello Stato dei livelli essenziali per la non autosufficienza, un “modello completo” di intervento, l’articolazione delle caratteristiche e dei requisiti delle prestazioni sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, la definizione degli indicatori da verificare, l’istituzione di un fondo nazionale, coperto dallo Stato e disciplina per l’erogazione e l’integrazione affidata alle Regioni. Infine le misure per lavoro e sviluppo. Cisl e Uil chiedono di dare piena attuazione all’accordo Stato-Regioni sugli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, per il reimpiego dei lavoratori ancora in cassa Integrazione. Dopo il decreto legge sullo sviluppo, vanno resi rapidamente operativi i nuovi strumenti per l’occupazione; in particolare per i giovani attuando la riforma dell’apprendistato, per le donne con la revisione del contratto d’inserimento e per le nuove assunzioni al Sud con il credito d’imposta. Questo unitamente all’attuazione degli interventi per favorire gli investimenti delle imprese nella ricerca, con l’assunzione di giovani ricercatori. La riforma dell’apprendistato, così come convenuto, va accompagnata con interventi normativi nazionali e regionali volti a diminuire l’utilizzo, oggi fortemente distorto, di forme di lavoro come i tirocini/stages, le partite Iva fittizie e le collaborazioni a progetto. Lo stimolo all’economia richiede il pieno utilizzo dei fondi nazionali ed europei per il Mezzogiorno per la realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali e i crediti d’imposta per nuovi investimenti e lavoro. Tutte le risorse disponibili vanno utilizzate per realizzare le opere pubbliche prioritarie per la viabilità e il territorio, gli investimenti nella rete energetica e ambientale, nel settore delle costruzioni. Va promossa una politica industriale che, con priorità alle crisi settoriali e aziendali, favorisca nuovi investimenti innovativi. Complessivamente si possono investire per i prossimi tre anni risorse pari a un punto di Pil (15 miliardi di euro) all’anno.

RICERCA CISL: REDDITO MEDIO MODENESI CRESCE MENO DELLE IMPOSTE

Negli ultimi quattro anni il reddito medio dei modenesi è cresciuto meno dell’incidenza delle imposte sul reddito stesso. Siamo passati dal 19,1 per cento del 2006 al 19,7 per cento del 2007, per salire al 20 per cento netto nel 2008 e 2009. Lo rileva la ricerca sulla struttura dei redditi e sulle imposte realizzata dalla Cisl di Modena alla vigilia della manifestazione nazionale di Cisl e Uil, in programma dopodomani – sabato 18 giugno – a Roma e dedicata a fisco, lavoro e sviluppo, spesa pubblica e costi della politica, nuova legge quadro per la non autosufficienza. «Con la sua progressività anomala, il nostro sistema fiscale è iniquo e vorace con i più deboli, mentre si conferma indulgente con gli evasori – dice il segretario provinciale della Cisl, William Ballotta – Bisogna sviluppare nuove politiche dei redditi e fiscali ponendo al centro la famiglia e assumendo come parametro il reddito familiare, più che quello individuale». Nel 2009 i 41.500 contribuenti modenesi che si sono rivolti al Caaf (centro assistenza fiscale) della Cisl (51 per cento lavoratori dipendenti e 49 per cento pensionati) hanno dichiarato redditi per complessivi 870 milioni di euro, mentre le imposte dovute hanno superato i 234 milioni di euro (il dato include l’addizionale regionale e comunale all’Irpef). «Abbiamo bisogno di una riforma fiscale che avvantaggi i lavoratori e pensionati e favorisca il sostegno alle famiglie – prosegue Ballotta – A livello locale chiediamo ai Comuni di assumere il parametro familiare nella definizione delle imposte e tariffe, tenendo conto della crisi economica e dell’esigenza di aiutare i cassintegrati, disoccupati di lunga durata, famiglie con il mutuo sulla casa. Gli amministratori locali devono aprire un confronto sulle macchine comunali e sulla struttura dei bilanci, non più adeguati a soddisfare bisogni molto diversi rispetto agli anni scorsi. Dobbiamo riformare il welfare partendo da criteri completamente nuovi e concertati con il sindacato. Oggi bisogna dare priorità assoluta e risorse agli interventi che – ha concluso il segretario della Cisl modenese – possono aiutare la ripresa economica, rilanciare i consumi, sostenere le famiglie in difficoltà, tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori e pensionati».