I carabinieri della Stazione di Ravarino hanno arrestato nelle prime ore della mattinata odierna, a seguito di mirata perquisizione domiciliare, due persone, rispettivamente padre e figlio, resesi responsabili di produzione e detenzione di numerose piante di Marijuana.

I due, originari della Calabria ma da molti anni residenti a Ravarino, avevano allestito all’interno della loro abitazione, un caseggiato rurale ubicato in via Ruggimenta, una vera e propria piantagione di canapa indiana, costituita da oltre cento piante, per un’estensione di circa 70 mq quadri, sul terreno retrostante l’abitazione.

I militari hanno constatato anche la presenza di apposito impianto di irrigazione a pioggia e di canalizzazione, finalizzato all’irrorazione delle piante, la maggior parte delle quali di alto fusto, in fiorescenza, dell’altezza di oltre due metri.

L’operazione è stata la fase conclusiva di una prolungata attività info-investigativa e di osservazione.

Infatti i militari della Stazione di Ravarino, guidati dal Maresciallo Andrea Gatto, da tempo focalizzavano la propria attività sullo spaccio di stupefacenti in paese. Negli ambienti dei tossicodipendenti si apprendeva, tra l’altro, dell’esistenza di piantagioni di canapa indiana nell’agro di Ravarino. Da lì lo sviluppo dell’indagine conclusasi oggi. L’attività di osservazione e controllo a distanza dell’area rurale in argomento è stata resa difficile dalla circostante presenza di estesi e fitti campi di mais.

L’irruzione odierna ha inoltre permesso ai militari di constatare, nei pressi dell’orto della casa degli arrestati, l’esistenza di un deposito agricolo adibito ad essiccatoio nel quale gli operanti rinvenivano, appesi e pressoché pronti per lo spaccio, diversi arbusti di Marijuana.

C.A. e C.P., sono stati  tradotti presso il carcere Sant’Anna di Modena, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Non si esclude che la piantagione in argomento fosse destinata all’ingente produzione di Marijuana, da immettere nel mercato dello spaccio delle c.d. “droghe leggere”.

Nel medesimo contesto sono state inoltre rinvenute e sequestrate dai militari alcune armi illecitamente detenute dagli arrestati, tra cui due fucili ad aria compressa e due sciabole (l’una delle quali da samurai).