“Ammonta a circa 400 mila euro di investimento una tantum, più 220 mila euro l’anno di costi di gestione aggiuntivi, l’onere stimato per sostituire, in tutte le scuole dell’infanzia modenesi, le stoviglie usa e getta con altre durevoli”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente Simona Arletti, rispondendo in Consiglio comunale alle interrogazioni dei consiglieri Federico Ricci (Sinistra per Modena), Elisa Sala e Paolo Trande (Pd) sulla sostenibilità ambientale delle mense scolastiche.

“È possibile passare all’uso di stoviglie in materiali durevoli, come già si sta sperimentando in alcune scuole della città?”, ha chiesto Elisa Sala presentando l’interrogazione. Al quesito si è associato Federico Ricci, che ha auspicato ulteriori interventi, come “il trasporto dei pasti su mezzi ecologici, l’uso di prodotti a filiera corta, il monitoraggio dei cibi prodotti in eccedenza e iniziative di educazione ambientale”.

L’assessore Arletti ha precisato che “le 32 scuole dell’infanzia statali e comunali di Modena servono ogni giorno 2 mila pasti e utilizzano ogni anno 2 milioni 200 mila stoviglie e posate di plastica usa e getta, che diventano oltre 6 milioni se si calcolano anche le scuole elementari. In cinque scuole è già avviata, su richiesta dei genitori, una sperimentazione per l’uso di stoviglie durevoli. Usare stoviglie lavabili – ha proseguito Simona Arletti – è educativo e serve a ridurre i rifiuti (ogni modenese, inclusi bambini, ne produce 700 chilogrammi l’anno), ma per il momento i costi impediscono di estendere il servizio a tutte le 32 scuole d’infanzia cittadine: per adeguare le altre 27, gli assessorati all’Ambiente e all’Istruzione hanno però presentato una richiesta di finanziamento alla Fondazione cassa di risparmio”.

In ogni scuola servirebbero infatti circa 15 mila euro per adeguare la struttura (lavastoviglie, stoviglie e attrezzature di cucina) e circa 7 mila euro in più l’anno per il personale ausiliario. Negli edifici scolastici in cui il servizio è già attivo è stato stimato in sede di contrattazione sindacale che l’aumento delle prestazioni lavorative è di circa un’ora e mezza al giorno per cinque giorni. La sospensione della fornitura di stoviglie a perdere dà luogo a una lieve, ma non sufficiente, riduzione dei costi. Il servizio con stoviglie durevoli arriverebbe così a costare circa 6,65 euro a pasto, con un aumento del 7,6% circa rispetto agli attuali 6,18 euro. In tutto, si renderebbero necessari circa 400 mila euro di investimento una tantum e oltre 220 mila di costi di gestione per ogni anno successivo.

“Per le scuole elementari, invece – ha precisato l’assessore – gli interventi di adeguamento delle strutture, dei locali per la ristorazione e il lavaggio, risulterebbero ancora più lunghi e costosi. Nel capitolato per il nuovo affidamento dei servizi di ristorazione scolastica – ha proseguito Arletti – si sta ponendo attenzione particolare al tema ambientale sotto diversi aspetti: utilizzo di prodotti derivanti da agricoltura biologica, impegno a usare automezzi a bassa emissione per il trasporto dei pasti, impiego di produzioni locali e di prodotti del commercio equo e solidale. Si tratta, comunque, di richieste che comportano un incremento dei costi. Rincari che vanno ad aggiungersi all’aumento di personale per svolgere i servizi, reso necessario dalla riduzione dei collaboratori scolastici nelle scuole primarie deciso dal ministero dell’Istruzione. Per quanto riguarda i residui alimentari e gli scarti – ha concluso l’assessore – si cerca un compromesso tra quanto viene gradito e apprezzato dai bambini e quei piatti, come verdure e legumi, che pur piacendo meno di altri sono essenziali per gli equilibri nutrizionali del menu”.

Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha chiesto la trasformazione in interpellanza e ha domandato “quante scuole utilizzano l’acqua del rubinetto al posto dell’acqua minerale”. Inoltre ha ricordato: “Due anni fa proposi un emendamento al bilancio per acquistare delle lavastoviglie e le necessarie attrezzature per le scuole. Mi fu bocciato anche dai consiglieri che hanno presentato le interrogazioni oggi. Dietro l’uso delle stoviglie di plastica, che vanno in inceneritore, c’è un disegno del Comune di Modena in complicità con Hera Holding”.

La consigliera Sala ha replicato: “Mi rendo conto delle difficoltà e sono soddisfatta per i primi risultati positivi che l’assessore ha evidenziato nella risposta. Mi chiedo se la sperimentazione non possa essere estesa anche a strutture ospedaliere o per anziani”. Anche il consigliere Ricci ha ringraziato l’assessore, replicando: “Non importa di chi sia la primogenitura su questi temi. Vorrei ringraziare i genitori delle scuole da cui è partita la sperimentazione, perché di questi temi è giusto che si continui a parlare e anche una sola scuola in più è già un risultato”.

Nella sua replica conclusiva l’assessore Arletti ha precisato: “E’ un progetto a cui teniamo e avremmo voluto estenderlo a tutte le scuole entro la legislatura, ma la situazione di bilancio non ce lo permette. L’obiettivo però rimane e potremo raggiungerlo un po’ alla volta. Si sta lavorando anche per la raccolta differenziata negli ospedali, che hanno già stoviglie lavabili, ma dove, per ragioni legate alla sicurezza, si beve acqua in bottiglia. Nelle nostre mense scolastiche – ha concluso – c’è già, dappertutto, l’acqua del rubinetto”.