“In una situazione di emergenza sanitaria come quella che sta colpendo Napoli” è doveroso offrire collaborazione “in un quadro di chiarezza e certezza”. Se verrà sottoscritto un accordo tra Regione e Governo, Modena farà la propria parte dopo aver accertato capienza degli impianti e tipologia dei rifiuti.

Lo ha detto l’assessore comunale all’Ambiente Simona Arletti rispondendo oggi in Consiglio comunale a un’interrogazione di Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it). Il consigliere ha chiesto se sindaco e Giunta intendono opporsi all’arrivo di rifiuti da Napoli, sia speciali che urbani, se sono stati predisposti controlli supplementari per verificare che “i rifiuti siano diventati speciali da urbani” e se l’Amministrazione comunale intende, “per evitare problemi, bloccare l’arrivo di rifiuti speciali all’inceneritore di Modena fino a quando l’emergenza rifiuti a Napoli non sia terminata”.

“Al momento – ha risposto Arletti – non ci è dato di sapere che tipo di rifiuti arriverebbero dal capoluogo campano, ma chiederemo garanzie alla Regione e al Gestore perché si tratti di rifiuti che vengono dalle zone in emergenza. Non sappiamo nemmeno se la Provincia, ente preposto alla programmazione della gestione dei rifiuti, sia intenzionata a smaltirli nell’inceneritore; le dichiarazioni dell’assessore provinciale Vaccari fanno presupporre una possibile destinazione alla discarica di Pievepelago, che è in via di chiusura”.

Modena, ha concluso l’assessore, non intende “bloccare l’arrivo di rifiuti speciali, che come è noto non sono pericolosi e vanno trattati secondo le normative vigenti e con il controllo degli enti preposti”.

Secondo il capogruppo della Lega Nord Stefano Barberini, che ha chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, “se ci sono emergenze, siamo pronti a dare una mano, ma le emergenze non possono durare dieci anni. Modena ha già accolto rifiuti campani nel 2001 e nel 2003. Per Hera c’è un business con un ottimo tornaconto, ma qui ci sono già tante malattie respiratorie e nei confronti dei cittadini è una scelta irresponsabile. È un business mascherato da solidarietà”, ha concluso.

William Garagnani del Pd ha osservato che “il Comune di Milano ha impiegato 30 anni per fare i depuratori e i rifiuti napoletani, da lì, hanno inquinato a lungo il Lambro, il Po e l’Adriatico. A Napoli il problema è aumentato con il consumismo, con una quantità di prodotti inutili e imballaggi da smaltire. Chi rifiuta di prendere atto di questa realtà – ha aggiunto il consigliere – è iscritto al partito degli imprenditori della paura”. Garagnani ha ricordato anche gli aiuti che i modenesi hanno dato a Firenze in occasione dell’alluvione del 1966.

Vittorio Ballestrazzi si è detto “annichilito dalla viltà e dall’ignobiltà del discorso del consigliere Garagnani, che ha usato una cosa nobile come l’altruismo per difendere una ditta che si chiama Hera. Hera ha l’inceneritore più grande dell’Emilia-Romagna, costruito con la complicità del Comune di Modena, senza nemmeno passare per il Consiglio comunale. Qui la raccolta differenziata è uno specchietto per le allodole, mentre l’assessore – ha detto Ballestrazzi – va a braccetto con i dirigenti di Hera. Si fa passare per finto buonismo verso i napoletani quello che invece è un business. State imbrogliando i cittadini modenesi”.

Garagnani ha chiesto di poter replicare e ha chiesto gli atti della seduta per poi adire alla Commissione controllo e garanzia al fine di verificare “l’eventuale contenuto offensivo delle affermazioni del collega, non per me stesso – ha detto – ma per rispetto di questo luogo. Quando si riascolterà, consigliere Ballestrazzi, sarà lei a sentirsi imbarazzato”.

L’assessore Arletti ha replicato affermando che “l’errata gestione dei rifiuti a Napoli è un problema serio e non riguarda solo la raccolta. Ad oggi, rifiuti a Modena non ne stanno arrivando, perciò stiamo parlando del nulla. La salute dei modenesi non è in discussione e l’accusa sul business – ha concluso – è talmente bassa che non rispondo nemmeno”.