La scuola è stata protagonista della seduta di lunedì 18 luglio del Consiglio comunale di Modena che ha approvato due ordini del giorno presentati dal Partito democratico. Il primo, sull’impoverimento della scuola modenese, è stato illustrato da Cinzia Cornia, mentre Giulia Morini ha presentato la mozione sull’impoverimento dell’educazione per i detenuti nella casa circondariale Sant’Anna. Entrambi i documenti sono passati con il voto favorevole del Pd, mentre ha votato contro il Pdl.

Il primo odg ricorda che “nell’ultimo triennio sono stati cancellati circa 300 posti nella scuola statale modenese, che le classi sono sempre più numerose con una media di 26,5 alunni, che dal prossimo anno sarà cancellato il tempo prolungato nella scuola media e non è più garantito il tempo pieno nella primaria”. Il Consiglio comunale pertanto “esprime viva preoccupazione e ritiene che la scuola modenese, così impoverita, non riesca più a mantenere standard formativi accettabili”. Il documento quindi sollecita “tutte le autonomie locali, in particolare la Regione a evidenziare il problema nella Conferenza Stato e Regioni, perché il Ministero dell’Istruzione corregga il contenimento dei posti” .

Sostanzialmente alle stesse conclusioni giunge l’ordine del giorno che, portando all’attenzione dell’Aula i tagli di docenti della scuola media della casa circondariale, chiede di ripristinare le cattedre sottratte. “Già lo scorso anno si era passati da tre a una classe di alfabetizzazione, da sei a quattro di scuola media, da sei a tre di superiore. Allo stato attuale – ha detto la consigliera Morini – pare sia confermata solo una classe di alfabetizzazione, nessun organico completo per la media, nessun docente per le superiori”. A ciò si aggiunge che il taglio “è stato giustificato dal ridotto numero di allievi presenti in ogni classe, dimenticando che è la legge Gozzini che ha imposto un massimo di dodici corsisti per classe, e non ha tenuto conto dell’altissimo numero di domande di iscrizione inevase”. Nella mozione, inoltre, si sottolinea che “l’educazione e la formazione dei detenuti sono aspetti fondamentali del trattamento detentivo” e “rappresentano la migliore applicazione del dettato costituzionale che stabilisce che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Congiuntamente ai due odg è stata trattata l’interrogazione della consigliera Cornia che chiedeva conferme sui nuovi tagli per l’anno scolastico 2011/12. “I tagli agli organici ammontano a quanto segnalato, 123 in tutto”, ha risposto l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè. “A fronte dei quali sono stati assegnati alle scuole dell’infanzia due posti, contro le 16 richieste che non hanno trovato riscontro. Sono anche aumentati gli alunni, mentre non si hanno ancora notizie sugli insegnanti di sostegno”, ha detto l’assessore aggiungendo: “Modena non ha ancora problemi a livello di scuola d’infanzia, ma ci sono prime con 28 e anche 30 bambini. Questo è il terzo anno di tagli; in provincia 252 bambini non troveranno posto nella scuola infanzia, siamo al paradosso in cui i bimbi hanno un posto al nido grazie agli enti locali e non alla materna. A ciò si aggiunge la pesante situazione della scuola in carcere, ma anche dei corsi serali che nel Comune di Modena sono stati completamente cancellati, a eccezione di quelli dell’istituto Barozzi. Dopo i 200 insegnanti in più arrivati in organico di diritto, aspettiamo che altri 300 arrivino a sanare almeno le situazioni più disperate”, ha concluso l’assessore. La consigliera Cornia si è dichiarata soddisfatta della risposta che purtroppo conferma i tagli per il prossimo anno.

Durante il dibattito, Olga Vecchi del Pdl ha, invece, replicato che la media degli alunni per classe è di 22, che arrivano al massimo a 28, e che nessun tempo pieno viene tagliato alle elementari” e ha affermato che “l’interrogazione non è posta al momento giusto, perché non si è ancora nella fase di determinare l’organico di fatto in base all’effettivo numero delle iscrizioni”.

Per il Pd, Ingrid Caporioni ha parlato di “attacco alla scuola elementare e di un taglio dei costi al buio”, “di scelte nefaste dello Stato centrale, per cui il Comune è costretto a porre rimedi”, precisando: “Se i tagli continuano, anche a Modena si dovrà sopprimere il tempo pieno”. Giulia Morini ha detto di ritenere “il taglio di docenti all’organico del carcere particolarmente grave, perché la formazione dei detenuti è innanzitutto un investimento per la società e ha proposto “di scrivere al Ministro assieme all’opposizione chiedendogli di non confermare i tagli”. Claudia Codeluppi ha ricordato che l’istruzione in carcere inizia a fine ‘800 e che “assieme alla religione e al lavoro era considerata un mezzo per riavvicinare il detenuto allo Stato”. La consigliera ha anche ripercorso le tappe normative principali che hanno fatto “dell’istruzione in carcere non una coercizione, ma un’opportunità per i singoli detenuti all’interno del percorso rieducativi”.