Mercoledì 27 saremo chiamati a esprimerci sulla versione definitiva della proposta di Statuto che qualche giorno fa il Magnifico Rettore ha fatto avere a tutti i componenti degli organi accademici.

Oramai abbiamo sciolto tutte le nostre riserve, dopo aver ripetutamente chiesto che il futuro assetto dell’ateneo fosse:

partecipato, con commissioni paritetiche studenti-docenti in ogni dipartimento;

libero da equilibri interni tra le componenti che hanno sempre significato la presenza di portatori di interessi particolari all’interno degli organi dell’accademica che dovrebbero curarsi dell’interesse generale;

democratico, assicurando agli studenti elezioni biennali (come richiede la legge) per il rinnovo delle rappresentanze in tutti gli organi.

Oggi ci troviamo ancora una volta davanti a una proposta irricevibile che fa di pesi e contrappesi il suo fulcro centrale. Noi alla logica del baratto non ci stiamo!

“Non posso votare uno statuto che si limita a applicare l’orribile legge gelmini, concentrando tutti i poteri sul CdA e il Rettore senza ripensare l’intero assetto, ma bensì rifacendo il trucco all’attuale sistema che per noi è da anni bisognoso di una sana e completa riforma. Si è riusciti a buttare via persino i pochissimi spunti di miglioramento che pure la discussione aveva visto e, semmai fosse possibile, a peggiorare la peggiore riforma dell’università.”

Per comprendere la ratio della proposta è sufficiente leggere nero su bianco la reazione della Commissione per lo Statuto alla nostra richiesta, nell’ultima seduta del Senato Accademico, di rispettare il limite minimo di legge (15%) di studenti nel futuro Senato(passando dai 5 proposti prima all’attuale proposta di 6): ora ci troviamo con un numero congruo di studenti “pagato” con la riduzione dal 15% all’8% di peso nell’elezione del rettore e il Personale Tecnico Amministrativo viene “ricompensato” per la riduzione in senato da 4 a 3 membri con l’aumento da 15% a 18% nell’elezione rettorale.

La commissione per lo statuto (dove sono presenti per volere del Magnifico Rettore solo uno studente di Comunione e Liberazione e il segretario provinciale dei Giovani Democratici che attualmente non ricopre neanche ruoli di rappresentanza studentesca) ha anche stabilito che rifare le elezioni studentesche costa troppo ed è ben più economico prevedere un lungo transitorio (fino al 2013) in cui i rappresentanti saranno nominati in tutte le strutture dall’attuale maggioranza in Consiglio Studentesco targata Student Office (espressione di Comunione e Liberazione) anche in quelle aree disciplinari in cui non rappresentano la maggioranza degli studenti (secondo l’ultimo risultato elettorale). Se sommiamo il totale e sostanziale commissariamento e imbavagliamento della rappresentanza all’innovativo mandato triennale (inedito in Italia) che fa si che studenti si iscrivano all’Università e completino gli studi senza mai votare possiamo ben capire che se c’è qualcosa che i nuovi rappresentanti degli studenti devono rappresentare questa non è sicuramente la voce degli studenti.

Che ce n’è facciamo di una rappresentanza slegata dagli studenti che dovrebbe rappresentare? Che ce ne facciamo di una rappresentanza non a misura di studente, ma misura di lobby e clientele baronali?

Noi ci chiediamo con sincero stupore: come può Dionigi pensare che noi si possa sostenere una proposta di statuto tanto indegna della (quasi) millenaria storia dell’Alma Mater? Chiediamo al Senato e a tutte le voci di questa discussione una risposta seria al nostro appello e non solo agli interessi particolari.

L’università deve anche insegnare ad essere comunità democratica, come il nostro Ateneo nacque nel 1088. L’ateneo fondato degli studenti nel 1088 non può ridurre così la democratica partecipazione degli studenti nel proprio futuro. E se lo farà non sarà certo con la nostra compilicità

(Raffaele Serra, Presidente del Sindacato degli Universitari – Alma Mater, Senatore Accademico dell’Alma Mater Studiorum, Membro del Consiglio Studentesco dell’Alma Mater Studiorum)