A qualche mese dal voto del 12 e 13 Giugno succede che NESSUNO in Italia sta applicando i risultati dei referendum sull’acqua calpestando così la volontà di 27 milioni di elettori, di cui oltre 260.000 a Reggio Emilia, che avevano detto due volte “Sì” per l’acqua fuori dal mercato e i profitti fuori dall’acqua: al 1° quesito è stato risposto poco più di un mese dopo dal Governo con la manovra economica che di fatto reintroduce ed estende le privatizzazioni escludendo solo formalmente l’acqua ma al 2° quesito stanno invece rispondendo con il loro silenzio i Sindaci dei Comuni della Provincia di Reggio Emilia, che compongono l’ex Autorità d’Ambito Ottimale che decide su tariffe e investimenti.

I Sindaci non hanno ancora adeguato la tariffa dell’acqua rispetto all’esito del 2° quesito referendario, quello che abrogava la “remunerazione del capitale investito”, oggi pomeriggio si riunisce la Commissione Provinciale Pianificazione per discutere come affrontare le conseguenze dei referendum, ci auguriamo che dalla Commissione a cui siamo stati invitati esca una posizione chiara e definitiva sul far riunire al più presto l’ex Autorità d’Ambito Ottimale per far rispettare i referendum e ridurre le tariffe, oltre che avviare un tavolo di confronto per capire come avviare un percorso possibile di ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato.

Continuare ad aspettare significa che ci troviamo davanti a dei SINDACI FUORILEGGE che non solo non rispettano le sentenze della Corte Costituzionale ma addirittura si fanno garanti più degli interessi economici dei gestori che del voto dei loro stessi concittadini, e a questa gravissima mancata volontà di adeguarsi ai referendum si potrà rimediare solo avviando una CAMPAGNA DI OBBEDIENZA CIVILE su tutto il territorio provinciale per spiegare cosa (non) sta succedendo, invitare tutti i cittadini a CHIEDERE AL PROPRIO SINDACO PERCHE’ NON STA FACENDO NULLA per far adeguare la tariffa agli esiti del referendum e fare in maniera che se non il Sindaco almeno qualsiasi altro cittadino possa accedere al diritto di corrispondere al gestore una nuova TARIFFA LEGALE, una tariffa RICALCOLATA in modo tale per cui non ci sia più la remunerazione del capitale investito.

Ecco perchè nonostante la vittoria col voto di giugno scorso c’è ancora bisogno del Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, i “CUSTODI” del referendum, del significato e del risultato di quel grande momento di partecipazione e democrazia dal basso.