«Creare nuovi enti regionali al posto dei locali consorzi di gestione parco, lontano dalle esigenze dei parchi stessi, ma soprattutto delle imprese e dei cittadini, non risolve certo il problema di semplificare la gestione delle aree protette». Commenta così Stefano Vaccari, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, la ipotesi contenute nella proposta di nuova legge regionale di riordino dei parchi e delle aree protette che tra l’altro, per adeguare la normativa alla soppressione entro la fine dell’anno dei consorzi prevista dal decreto Calderoli, prevede la creazione di quattro enti sovraprovinciali (contro i 14 enti parco attuali in regione): per Modena significa che Parco dei Sassi, il Parco del Frignano e la Riserva delle Salse di Nirano e Sassoguidano di Pavullo saranno gestiti insieme a Bologna tramite un nuovo ente composto dalle due Province e 25 Comuni che dovrà gestire sette parchi regionali, tre riserve naturali e decine di aree di riequilibrio ecologico e aree con una qualche forma di tutela. E la Riserva delle Casse di espansione del Secchia sarà gestita invece con gli enti locali reggiani, parmensi e piacentini.

«Siamo d accordo – precisa Vaccari – e condividiamo l’esigenza di governare i processi su un area più vasta superando le frammentazioni, semplificando le procedure e riducendo i costi, ma non così e non in meno di due mesi come proposto. Così si rischia di calare dall’alto una riforma che oltre ad essere ingestibile, non raggiunge gli obiettivi e butta a mare un esperienza di oltre 30 anni di gestione delle aree protette e dei parchi nel governo del territorio».

Per Vaccari manca una proposta di riassetto istituzionale complessiva «che la Regione non ha ancora chiarito e dentro la quale collocare la questione dei parchi o delle Ato. Non si possono chiamare gli enti a ratificare una scelta già fatta e vogliamo concertare le scelte come si è fatto positivamente con il patto sul trasporto pubblico locale o il Piano energetico regionale».

I giudizi negativi di Vaccari sono condivisi dai sindaci modenesi in una lettera al presidente della Regione Vasco Errani dove si evidenzia, tra l’altro, che la proposta toglie competenze a Province e Comuni affidandole ad un nuovo soggetto inevitabilmente lontano dai problemi e dalle esigenze cittadini, associazioni venatorie, imprese agricole e dei prodotti del sottobosco che dovranno recarsi a Bologna per avere un qualsiasi contatto, senza trascurare il tema sul futuro del patrimonio dei parchi.

2 PARCHI, 3 RISERVE NATURALI, AREE PROTETTE “A RISCHIO UN PATRIMONIO DI OLTRE SEI MILIONI DI EURO”

«Con la nuova legge rischia di passare ai nuovi enti regionali, quindi andare perduto per la comunità modenese, un patrimonio di circa oltre un milione di euro per il Parco dei Sassi, di quasi tre milioni per il Parco del Frignano, a cui si sommano i patrimoni di quasi 500 mila euro della Riserva naturale di Sassoguidano di Pavullo e oltre un milione di euro per le Salse di Nirano e mezzo milione di euro per la Riserva della Cassa di espansione del Secchia». Lo afferma Stefano Vaccari, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, a proposito della proposta di nuova legge regionale sui parchi.

Nel modenese sono presenti due parchi regionali (il Parco dell’Alto appennino modenese e il Parco dei Sassi di Roccamalatina), tre riserve naturali (Salse di Nirano, Casse d’espansione del Secchia e Sassoguidano) e numerose aree protette di interesse naturalistico (tra queste l’oasi di Manzolino, le Valli di Mortizzuolo, l’area del Torrazzuolo a Nonantola).

Circa l’11 per cento, pari a oltre 20 mila ettari, del territorio della provincia di Modena è ambientalmente protetto.

Negli ultimi anni gli enti hanno investito circa cinque milioni di euro per lo sviluppo e le attività dei parchi e delle riserve naturali.

Per superare il limite imposto dalla legge nazionale per la soppressione dei consorzi, la proposta degli enti locali modenesi è di trasformarli in modo transitorio in enti di diritto pubblico con l’impegno ad avviare una discussione ampia e partecipata su in disegno di riordino da chiudere entro il 2012 ricercando il consenso.