Il Consiglio provinciale ha approvato ieri pomeriggio un ordine del giorno in cui si chiede al Governo nazionale “di mettere a disposizione, con il concorso delle Regioni, risorse idonee (a partire dai sette milioni di euro già annunciati ) per affrontare la crisi suinicola”.

L’odg chiede in particolare azioni di sostegno all’accesso al credito per gli allevatori di suini anche attraverso il supporto dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). Il documento evidenzia l’urgenza di accelerare l’approvazione della normativa europea relativa all’introduzione nell’etichettatura dell’origine delle carni suine.

L’ordine del giorno approvato con 28 voti a favore (Pd, Pdl, Fds, Udc, Lega, Rambaldi-Misto, Idv e Fli) e l’astensione di Pagnetti del gruppo Misto, rispetto al testo originale (proposto da Zaniboni-Pd) è stato in parte modificato ed è stato sottoscritto anche da Fds, Udc, Rambaldi-Misto, Lega nord e Pdl.

Nel testo sono contenute ulteriori richieste rivolte alla Giunta provinciale affinché “segnali alla Regione la necessità di applicare norme interpretative igienicoambientali più flessibili” in riferimento soprattutto al recente decreto legislativo 122/2011 che prevede una serie di obblighi per gli allevamenti suini da mettere in atto il primo gennaio 2013. Infine alla Giunta si chiede la “prosecuzione dei programmi di promozione, tutela e valorizzazione dei nostri prodotti tipici suinicoli a partire dalla mortadella igp Bologna”.

L’odg sottolinea, tra l’altro, che in Emilia Romagna si è registrato nell’ultimo quinquennio un consistente calo di allevamenti suinicoli con diminuzione del numero complessivo di maiali allevati; in particolare in provincia di Bologna “si è passati da 919 aziende presenti nel 2000 a 152 del 2010 con una diminuzione dell’83%. Stato di crisi che – prosegue l’odg – è determinato dagli alti costi di produzione a carico degli allevamenti ed in particolare dall’aumento del prezzo di energia e cereali”. Per i suinicoltori i prezzi alla stalla (circa 1,4 euro al kg) “appaiono attualmente insufficienti ad equilibrare i costi di produzione sostenuti (1,62 euro al kg) con conseguente perdita di 20 euro per ogni suino uscito dagli allevamenti italiani riscontrata nel 2011. Tale situazione “determina un prezzo finale per il consumatore quintuplicato (6,85 euro al Kg) rispetto al valore ricavato dall’allevatore”.