La recessione economica e la crisi dei mercati spaventa gli italiani. Li fa vivere in uno stato di allarme, tanto che uno su tre lascerebbe il Paese. Prima che vada a rotoli. E’ il quadro che emerge da uno studio dell’Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico, eseguito su un campione di 800 persone. “Il test messo – afferma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione – chiedeva alle persone di esprimersi su varie situazioni della vita quotidiana, precarietà lavorativa, salute, rapporti sociali, rapporti con il partner. Secondo le riposte ottenute si può dire che oggi un italiano su tre vive da lungo tempo ormai, almeno due anni, in uno stato di allarme. Ha paura. Percepisce l’Italia come un posto pericoloso e insidioso.
Alcune paure le giustifica anche razionalmente come quella nei confronti della criminalità o del fenomeno dell’immigrazione, dell’assenza di un futuro per sè e per i propri figli. Mentre in altri casi può sviluppare vere e proprie fobie irrazionali”, aggiunge l’esperta.Secondo la Vinciguerra, “queste persone vivono un senso angosciante di precarietà, temono di perdere improvvisamente tutto ciò che hanno. In questo modo la loro vita è pesantemente condizionata da un continuo stato di allarme, legato a tutti gli aspetti della quotidianità, compresi il lavoro e le relazioni interpersonali. Tutto ciò provoca inevitabilmente delle risposte di disagio psicofisico – aggiunge – che inizialmente si possono manifestare con un forte aumento di irritabilità, insonnia, cefalee, dolori muscolari, aumento di stanchezza, disagi alimentari”.