Assistenza sociale, ambiente, cultura, educazione, tutela dei diritti. Sono quasi 3000 le organizzazioni iscritte al registro regionale, con più di 800mila soci aderenti e oltre 100mila volontari “attivi”: questi, in sintesi, i numeri del volontariato in Emilia-Romagna. Una realtà profondamente variegata, radicata nel territorio, non immune da criticità, che si prepara a un appuntamento importante: la settima Conferenza regionale del volontariato, in programma a Bologna sabato 26 novembre (Regione, Terza Torre, Sala “A”, viale della Fiera 8). A completamento di un anno particolarmente significativo (il 2011 è infatti l’Anno europeo del volontariato), la Conferenza – che è stata preceduta da quattro seminari (a Fidenza, Modena, Rimini e Bologna) – rappresenta la tappa finale di un lungo percorso avviato con le assemblee provinciali.
“Vogliamo analizzare e riflettere sulle esperienze di volontariato in Emilia-Romagna – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi – anche alla luce delle criticità emerse: l’aumento del numero delle organizzazioni a cui non corrisponde però un aumento del numero di volontari; la difficoltà di avvicinare il mondo giovanile, il problema del ricambio generazionale e, non ultimo, la contrazione di risorse destinate a questo settore. Sabato – ha aggiunto l’assessore – ci confronteremo per capire cos’è stato il volontariato in Emilia-Romagna, cos’è oggi, e cosa sarà nei prossimi anni: l’obiettivo è mettere a sistema questa grande ricchezza, perché diventi realmente patrimonio di tutti i cittadini, contribuendo così anche a dare maggiore stabilità al nostro sistema sociale”.
Il volontariato in Emilia-Romagna: i numeri
Sono 2.917 le organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale, così suddivise: Bologna (606), Ferrara (249), Forlì-Cesena (318), Modena (369), Parma (406), Piacenza (230), Ravenna (272), Reggio Emilia (273), Rimini (194). Se si considera l’ambito d’attività in cui operano, al primo posto c’è il socio-assistenziale, con 1164 organizzazioni; per il settore sanitario sono 923, per la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale 150; nell’ambito della tutela e promozione dei diritti umani 173, per la cultura e tutela dei beni culturali 83. Nel settore educativo-istruzione-ricerca agiscono 65 organizzazioni; 245 organizzazioni operano nella protezione civile e 7 per l’educazione alla pratica sportiva. I Centri di servizio per il volontariato sono 9. La Regione eroga circa 85mila euro ogni anno, attraverso un bando, per il finanziamento di micro progetti di organizzazioni di volontariato.
Il Coge, i Centri di servizio provinciali, i Comitati paritetici
Il Fondo speciale per il volontariato è costituito dalla Fondazioni bancarie che, con quest’obiettivo, accantonano annualmente l’1/15 degli utili. Il fondo è amministrato da un Comitato di gestione (Coge) composto da un membro in rappresentanza della Regione (assessore), da quattro rappresentanti delle organizzazioni di volontariato (iscritte nei registri regionali) maggiormente presenti sul territorio, da un membro nominato dal ministero competente, da sette nominati dalle Fondazioni, da uno nominato dall’associazione fra le Casse di risparmio italiane, e da uno in rappresentanza degli enti locali della regione.
Il Fondo finanzia le attività dei Centri di servizio provinciali per il volontariato, realtà istituite per sostenere e qualificare progetti e interventi. I Centri erogano le proprie prestazioni sotto forma di servizi a favore delle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte nei registri regionali. In particolare, mettono a punto strumenti e iniziative per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative di volontariato e il rafforzamento di quelle esistenti; offrono consulenza e assistenza qualificata, strumenti per la progettazione, l’avvio e la realizzazione di specifiche attività. Fanno, inoltre, iniziative di formazione e qualificazione per i volontari; offrono informazioni, notizie, documentazione e dati sulle attività di volontariato locale e nazionale.
I Comitati paritetici provinciali sono composti da rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte nel registro regionale o nei registri provinciali. Vi partecipano anche i rappresentanti dei soggetti che contribuiscono al Fondo speciale per il volontariato (Fondazioni), in base alle diverse appartenenze territoriali. I Comitati paritetici provinciali “vigilano” perché sia garantito un raccordo e un confronto costante tra il volontariato e gli enti locali, con proposte, sensibilizzazione, verifiche e valutazioni. I Comitati fissano le priorità per l’azione dei Centri di servizio; in particolare contribuiscono a individuare le priorità di intervento territoriali per la programmazione dei progetti che rientrano nei Piani per la salute.
Dati volontariato