(Adnkronos) – Nei palazzi al tempo dei tecnici lunga è l’arte di insediarsi in così poco tempo. I ministri della squadra di Mario Monti che ha giurato nelle mani del Capo dello Stato appena il 16 novembre scorso sono alle prese con la novità di uffici sconosciuti che solo con il tempo potranno rendere più familiari, come quelli che avevano nelle università o nei luogi di provenienza professionale.E così il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo si trova a prendere posto alla scrivania che fu di Benedetto Croce potendo per il momento portare, di suo, essenzialmente, il computer portatile. Non sembra aver fatto ricorso ad amuleti scaramantici, malgrado il motto attribuito al suo predecessore secondo cui “non è vero ma ci credo”.
Al contrario, in effetti, della collega Paola Severino che al dicastero di via Arenula ha sempre con sé un corno bianco che la accompagna nello studio reso più festoso dai fiori ricevuti in occasione della nomina al vertice del delicatissimo ministero della Giustizia. Nel suo ufficio alla Farnesina il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata non ha voluto che mancasse un segno dell’esperienza cui è stato sottratto per guidare tutta la diplomazia italiana, quella di ambasciatore a Washington: e così nel suo ufficio il nuovo ministro degli Esteri pone in bella vista la foto che lo ritrae insieme al presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama durante il ricevimento alla Niaf, lo scorso ottobre.
A rompere il carattere ancora impersonale dell’ufficio del ministro del Welfare Elsa Fornero, invece, c’è per il momento essenzialmente un’elegante pianta, un Anthurium azzarda chi l’ha vista, mentre è difficile escludere che presto sarà ravvivato dalle fotografie delle nipoti con cui ha tappezzato il suo studio all’università di Torino. Per gli altri ministri, molti ancora privi di staff, si tratta di fare di necessità virtù e spesso prima di pensare agli effetti ‘personalissimi’ bisogna allacciare la linea telefonica, specie per i ministeri di nuova istituzione.Il titolare della Cooperazione Andrea Riccardi, per esempio, ha l’essenziale nelle stanze di Largo Chigi ma è decisamente presto per i tocchi di originalità. Sono gli incerti delle situazioni di emergenza. A meno che, come ha fatto vedere il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ieri in aula alla Camera, tutto il ‘bagaglio’ che serve uno non se lo porti in testa, compresa una citazione completa, da appassionato di musica lirica qual è, della ‘Sonnambula’ di Vincenzo Bellini.