Resta agli arresti domiciliari Silvia S. la bolognese di 44 anni operatrice socio-sanitaria del Sant’Orsola di Bologna arrestata nei giorni scorsi per truffa perche’ accusata di aver lavorato sei giorni in nove anni inventandosi due figli mai nati. Lo ha stabilito questa mattina il gip Alberto Gamberini dopo l’interrogatorio di garanzia.
La donna ha fornito la propria versione dei fatti che non e’ stata ritenuta credibile dal giudice che le ha confermato la misura gia’ prevista nell’ordinanza eseguita dai carabinieri del Nas che avevano condotto le indagini insieme al pm Claudio Santangelo.
L’operatrice sanitaria oltre ad essere risultata assente per continuati e prolungati periodi di malattia, sui quali sono in corso ulteriori indagini al fine di accertarne la veridicita’, si era assentata per due presunte gravidanze, dapprima per complicanze della gestazione e poi per maternita’ obbligatoria, di fatto non vere o comunque non portate a termine.
Secondo l’accusa la signora, con artifizi e raggiri, era riuscita ad ottenere dai medici di un consultorio familiare di Corticella e dell’ospedale Maggiore di Bologna i certificati di maternita’ a rischio, omettendo poi di sottoporsi a specifici esami diagnostici per l’accertamento dell’effettivo stato di gravidanza.
Usufruendo indebitamente dei benefici di detrazione d’imposta per figli a carico avrebbe causato un danno erariale quantificato in circa 33.117 euro che potrebbero comunque aumentare.
Nel maggio 2010 la direzione sanitaria del Sant’Orsola ha dapprima segnalato il caso in Procura che ha delegato le indagini ai carabinieri del Nas. E poi ha notificato alla donna il recesso del rapporti di lavoro per aver superato il periodo massimo di assenza per malattia. Provvedimento tra l’altro impugnato dalla dipendente infedele.
In questo anno e mezzo i militari hanno spulciato tutta la documentazione medica presentata in nove anni e hanno sentito i medici che l’hanno rilasciata. Ma hanno anche cercato di appurare se esistevano gli altri due figli che diceva essere nati in Spagna nel febbraio 2004 e nell’ottobre 2008. Di loro nessuna traccia nelle anagrafi, comprese quelle dei nati all’estero, e nulla neppure nei registri di tutti gli istituti scolastici della regione. L’hanno pure pedinata e fotografata in compagnia del marito e dell’unica figlia.
A tradirla sarebbe stato un dettaglio. Ossia l’aver indicato nella documentazione fiscale date e luoghi di nascita diversi per i due figli mai nati e per i quali percepiva le indennita’ previste dalla legge oltre ai permessi parentali. Sulla base delle indagini, nel giugno scorso il pm Santangelo ha chiesto la custodia cautelare per la donna per il pericolo di reiterazione del reato. Provvedimento che il gip Alberto Gamberini ha concesso nei giorni scorsi e confermato oggi.