E’ l’Emilia-Romagna la regione italiana più fedele a livello fiscale. Seconda contribuente del Paese dietro alla Lombardia, ha registrato, stando agli ultimi dati del 2009, un indice di discrepanza – ossia lo scarto tra benessere ufficiale, quindi il reddito, e il benessere effettivo, quindi i consumi – pari a 148, il migliore a livello nazionale.
A incoronare l’Emilia-Romagna, come area territoriale più virtuosa sul fronte del fisco è una analisi sul federalismo regionale condotta dal centro studi Sintesi di Mestre, e presentato dalla Cna emiliano-romagnola. Scorrendo la lista dei contribuenti (in base a una media del periodo 2007-2009), la palma della più munifica va alla Lombardia con 7.198 euro procapite, seguita dall’Emilia-Romagna (4.203 euro), dal Veneto (3.405 euro), dal Piemonte (2.346 euro), dal Lazio (2.346 euro) e dalla Toscana (2.098) mentre in fondo alla graduatoria figurano la Calabria, maglia nera con un dato negativo per 2.797 euro pro capite, seguita da Valle d’Aosta (-2.532 euro), Basilicata (-2.415 euro), Sardegna (-2.270 euro), Molise (-1.869 euro) e Sicilia (-1.859 euro).
Quanto alla fedeltà fiscale, ossia allo scarto tra quanto dichiarato e i consumi, dietro all’Emilia-Romagna, tra le regioni maggiormente virtuose, spiccano il Friuli-Venezia Giulia con un indice pari a 140, il Trentino-Alto Adige (136), il Piemonte (129), le Marche (129) e il Veneto (123). All’ultimo posto, invece, la Campania (48), seguita da Sicilia e Sardegna (51), Calabria (52), Puglia (58) e Abruzzo (87).
Per quanto campione in fedeltà fiscale, l’Emilia-Romagna non vede ripagati i propri sforzi con il passaggio di risorse finanziarie trasferite dallo Stato centrale. Nel 2010, da Roma sono giunti trasferimenti pari a 5,8 miliardi di euro, 1.280 euro per abitante, il terzo livello piu’ basso del Paese.
Terz’ultimo posto anche per i trasferimenti alle Province (10 euro pro capite) e ultimo per trasferimenti ai comuni (171 euro pro capite).