L’opinione pubblica della sola provincia di Modena (evidentemente la questione ha un suo specifico profilo territoriale) ha assistito al morboso interesse dei mezzi di informazione della zona verso l’attività di controllo della Guardia di Finanza nei confronti del comitato Mab finalizzata ad accertare la correttezza delle procedure di disdetta del Canone RAI. Un’attenzione, quella dei mezzi d’informazione, palesemente sopra le righe a fronte di un attività di istituto ordinario e di routine, a cui, peraltro, ciascun Comitato è ben disposto, non avendo nulla da dover nascondere alle autorità preposte ai controlli.

Il tentativo puerile che dalla data del 20 maggio 2010 ha tentato di far apparire i sottoscritti come soggetti emarginati con un profilo che non ci appartiene di anti-sistema, ha però incontrato un ostacolo; LA PROCURA DELLA REPUBBLICA, PRESSO IL TRIBUNALE DI MODENA, CON PROCEDIMENTO N. 7105/2010.

“IL P.M. Enrico Stefani,visto gli atti del procedimento sopra epigrafati; ritenuto di non dover coltivare l’azione penale; che gli indagati hanno espresso libera manifestazione del pensiero ex art. 21 Costituzione, letti gli art. 125 e 408 cpp chiede l’archiviazione degli atti tutti e la restituzione degli stessi al proprio ufficio”.

Niente di nuovo ai nostri occhi poiché assolutamente non era in dubbio il nostro operato, ma lo scopo di quella che si è palesata come una vera e propria campagna di stampa (es. l’inserimento all’ interno della sezione stampa sul sito del consorzio di Bonifica Burana); non era il M.A.B. bensì le singole procedure messe in atto che evidentemente – in una realtà territoriale fortemente condizionata da un potente controllo sociale – producono una siffatta reazione da chi ritiene di essere danneggiato.

A tale conclusione il sottoscritto è pervenuto conseguentemente alla poderosa rassegna raccolta, (con tanto di locandine che si stampano per essere apposte all’esterno delle edicole quando vi è una notizia che si supponga abbia un grande richiamo – che verranno stampate anche in questa occasione per annunciare che nulla di quanto scritto corrispondesse di fatto alla realtà???) la quale va ben al di là dell’oggettiva importanza e portata dell’operazione svolta dai militari; la quale operazione è stata propriamente strumentalizzata per imbastire una tale campagna che assume un tono diffamatorio allorquando si fa riferimento a comportamenti che non ci appartengono e non ci onorano anche in via di fatto (ad esempio nei titoli compare: “istigazione alla disobbedienza fiscale”, “guerra al Canone”, “disertori” o ancora “campagna per non pagare” e così via).

Noi respingiamo con violenza al mittente tali accuse: i M.A.B. agiscono sulla base di principi costituzionali e nel pieno rispetto del diritto e nell’ambito delle attività associative, pertanto, tendono naturalmente ad essere alleati delle associazioni democratiche.

Non avverrà mai che il M.A.B. sarà contro la magistratura, o la Guardia di finanza.

Noi ci limitiamo a soddisfare le richieste che ci pervengono da parte dei numerosissimi cittadini che desiderano avvalersi delle nostre procedure. Tutto qui. Nel merito della procedura di disdetta del canone agli utenti spieghiamo, tra l’altro, come comportarsi allorquando dovesse esserci un controllo da parte dei funzionari per conto del S.A.T. senza impedirlo o evitarlo.

Anche in questa occasione l’esito delle indagini è stato prezioso spunto per migliorare, tutelare e far conoscere e le azioni di difesa dei cittadini che si rivolgono a Noi e rendere le procedure sempre più snelle ed efficienti.

A maggior ragione questo discorso vale nello specifico per la procedura di disdetta del Canone Rai, oggetto delle indagini. Infatti con tale disdetta si restituisce l’onere della prova del presupposto dell’imposizione tributaria in capo a chi incombe per legge, ovvero allo Sportello Abbonamenti TV dell’Agenzia delle Entrate, non essendo per legge mai obbligatoria l’autodenuncia allorquando essa fosse l’unico presupposto della tassazione, poiché riguarda il possesso di un bene fungibile (BENE MOBILE NON REGISTRABILE). Come ci insegna la dottrina tributaria, il canone Rai può ben rendersi obbligatorio e generale, come una vera e propria imposta, solo qualora venisse introdotta dal legislatore una presunzione legale quale presupposto dell’ imposizione. Ma in Italia ci si attarda a introdurre questa soluzione per ragioni facilmente intuibili.

PERTANTO SE IL M.A.B. AFFERMA CHE E’ POSSIBILE AVVIARE LA PROCEDURA DI DISDETTA DELL’ABBONAMENTO RAI, VUOL DIRE CHE E’ POSSIBILE FARLO, E DOVREMMO QUINDI RIMANDARE A SCUOLA (O A QUEL PAESE) TUTTI QUEI SINDACATI E/O ASSOCIAZIONI CHE DICONO IL CONTRARIO PERCHE’ VUOL DIRE CHE FANNO GLI INTERESSI DI QUALCHEDUNALTRO E NON DEI CITTADINI CHE VORREBBERO TUTELARE.

 

AUGURI DI BUONE FESTE A TUTTI.

(DOTT. EUGENIO CELESTINO, RESPONSABILE m.a.b.)