“Manifestiamo nuovamente il nostro dissenso per un’iniziativa che, oltre a non essere giustificata da motivazioni reali e funzionali, minaccia seriamente l’economia agricola della zona interessata”. Cia, Confagricoltura, Coldiretti e Copagri della provincia di Modena puntano il dito sull’istituzione del Parco regionale del Fiume Secchia che si estenderà tra le province di Modena e Reggio Emilia.
“La sua creazione aggiungerà ulteriori vincoli ambientali e limitazioni alle aziende agricole – comunicano congiuntamente le ‘professionali’ agricole – perché si corre il rischio di rincarare i già insostenibili costi di produzione, con conseguente perdita della capacità di resistenza sui mercati di numerose imprese orto – viti – frutticole”.
Le Organizzazioni denunciano inoltre l’inefficacia di una simile iniziativa anche dal punto di vista ambientale. “Se infatti è ampiamente noto come il proliferare di corvidi, gazze e ghiandaie devasti la nidificazione di uccelli insettivori utili al mantenimento degli equilibri ecologici – sottolineano – ancor più grave è il rischio idraulico: in un territorio in cui le arginature dei fiumi e delle canalizzazioni di bonifica sono pensili, la proliferazione praticamente incontrollata di nutrie e volpi ne minaccia ulteriormente la tenuta”.
“E’ paradossale – puntualizzano infine le associazioni – che l’istituzione di un’area protetta comporti più rischi ambientali ed ecologici di quanti ne voglia risolvere sulla carta. Parchi, aree di rispetto, corridoi ecologici e zone Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps (Zone di protezione speciale) possono essere individuati e sviluppati utilizzando aree demaniali, tutelando al contempo il territorio agricolo quale bene primario finito e già sottoposto a consistenti aggressioni ed erosioni”.