Sono grigie le nuvole che si addensano sull’immediato futuro degli edicolanti, compresi quelli modenesi. La manovra finanziaria in via di approvazione contiene un provvedimento legislativo che di fatto liberalizzerà completamente la rete di vendita dei giornali. “Non possiamo che opporci di fronte ad un ipotesi del genere – dichiara Silvio Anderlini, responsabile sindacale di FENAGI Modena, la Federazione Nazionale dei Giornalai che aderisce a Confesercenti – liberalizzare il settore significa, oltre ad una limitata conoscenza delle dinamiche e dei problemi reali del comparto editoriale trattato alla stregua di un comune prodotto commerciale, penalizzare ulteriormente gli edicolanti prospettandogli la chiusura dell’attività”.

“La nostra non è e non vuol essere una difesa ad oltranza di una “casta”, come potrebbe sembrare – sottolinea Anderlini – ma il Legislatore deve prendere atto che la vendita di quotidiani e periodici non è un’attività commerciale concorrenziale. Le edicole infatti non commercializzano un prodotto in un’ottica concorrenziale come avviene per le altre categorie di consumo, ma assicurano la diffusione di tutte le testate editoriali a parità di prezzi e condizioni commerciali a tutti i consumatori, anche nelle zone economicamente meno appetibili. In particolare per quello che riguarda la provincia di Modena le frazioni e i piccoli centri di montagna”.

La liberalizzazione di questo settore mette così in crisi il principio di parità di trattamento, non garantisce alcun vantaggio ai consumatori (in quanto il prezzo delle pubblicazioni è comunque fissato dagli editori), mentre colpisce quella rete di punti vendita esclusivi che con il loro lavoro ed impegno assicurano la diffusione della stampa. Senza contare inoltre che non ne deriverebbe alcuna sostanziale apertura di mercato né tanto meno sviluppi per una reale concorrenza. “Il settore, versa già da tempo in una gravissima crisi strutturale e congiunturale. La sua liberalizzazione da il via libera ad un iter che porterà inevitabilmente alla chiusura ad un numero elevato di edicole, parecchie del resto anche sul nostro territorio, lasciando la loro sopravvivenza nelle mani dei distributori locali di quotidiani e periodici”.

In Italia sono circa un centinaio i soggetti privati, che operano in regime di monopolio nell’ambito territoriale di loro competenza, in grado di decidere se la redditività prodotta dalle edicole esistenti è funzionale ai loro interessi aziendali o meno, ai quali sarà lasciata la valutazione se favorire o meno l’apertura di nuove rivendite. “Con queste premesse si rischia di concentrare la diffusione dell’informazione e dello sviluppo della rete solamente a questi pochi soggetti privati, con la conseguenza di infierire un colpo decisivo anche alla libera circolazione della carta stampata. Per questi ragioni e anche per scongiurare misure troppo penalizzanti per i cittadini e per gli stessi edicolanti, la FENAGI–Confesercenti auspica che sia al più presto accolta da parte del Governo la richiesta di un confronto per riprendere il dialogo, impostare un confronto serio e ed avviare una effettiva riforma dell’editoria”, conclude Anderlini.