Sui media locali, qualche esponente di sinistra ha criticato una mia presa di posizione molto condivisa dai cittadini, sul fenomeno delle pensioni conferite dall’Inps ai cittadini anziani extra comunitari che vivono all’estero. Sono rimasto sconcertato di fronte alle impudenti menzogne del Pd e dal tentativo di manipolare la sostanza delle mie parole.

Personalmente non ho mai contestato la legittimità dei contributi versati dai cittadini stranieri regolari che lavorano in Italia, ne’ ho mai sostenuto che questi contributi non debbano, alla pari degli altri cittadini italiani, consentire l’ottenimento, a fine della carriera lavorativa, di un reddito pensionistico. Ci mancherebbe!

Mi sono invece semplicemente limitato ad osservare che in base alla legge n°388 del 2000, approvata durante il Governo Amato, era consentito, agli stranieri, con 65 anni compiuti e redditi sotto la soglia dei cinquemila Euro all’anno, di fruire dell’assegno sociale Inps dell’importo di 550,50 Euro per tredici mensilità all’anno, corrispondente a 7.156 Euro all’anno esentasse, senza aver mai versato un centesimo in Italia e all’Inps. Ciò poteva avvenire in base alla seguente procedura: i figli di nazionalità extracomunitaria, con permesso di soggiorno che risiedevano in Italia, chiedevano il ricongiungimento con i genitori che avevano 65 anni; questi ultimi, una volta ottenuto il ricongiungimento con i loro figli in Italia, chiedevano all’Inps il vitalizio; una volta che gli era stato concesso, dopo qualche mese, ritornavano nei loro Paesi d’origine, con la pensione sociale pagata dagli italiani a persone che nemmeno vivevano in Italia.

Solo grazie al Governo Berlusconi la normativa prevista dalla legge n°388 è stata modificata ed è stato richiesto agli stranieri anziani almeno dieci anni di permanenza continuativa e legale in Italia per poter usufruire del trattamento pensionistico.

La situazione di abuso che si è creata ci sembra ingiusta, per tutti quei lavoratori, sia italiani che stranieri che, continuano a versare regolarmente i contributi all’Inps, soprattutto in questo momento di austerità, in cui chiunque risieda nel nostro Paese è chiamato a sostenere grandi sacrifici».

E per rispondere alle accuse della sinistra «Penso che populista sia, invece, l’atteggiamento di una certa sinistra che ormai sicura di aver perso il tradizionale appoggio delle classi operaie di casa nostra – stanche di parole vuote e di proclami fini a se stessi – sta cercando di costruirsi un nuovo bacino di consensi in questi nuovi italiani, danneggiando chi, dal dopoguerra ad oggi, ha contribuito a costruire il nostro Paese».

Il fatto poi che a Reggio Emilia, alla data del 1 gennaio 2011, siano stati 381 gli assegni sociali versati agli stranieri, per un importo totale annuale di 2.726.436 Euro costituisce un semplice dato statistico inoppugnabile; resto comunque dell’opinione che non sia ammissibile che i contribuenti italiani si accollino costi ingenti per mantenere persone che nel nostro Paese non hanno mai prodotto reddito, nè versato contributi e nemmeno ci vivono. Questi sono i fatti, null’altro. Di abominevole vi è solo il vizio della falsità e della manipolazione del pensiero altrui, tipico dei comunisti.

(Fabio FILIPPI)