Scorrendo il Documento di programmazione del Ministero del Lavoro per l’attività ispettiva e di vigilanza, per la lotta al lavoro nero, irregolare (e relative evasioni), la sicurezza sul lavoro ed il contrasto ai fenomeni più clamorosi – quali il lavoro minorile e quello degli immigrati totalmente clandestini – emergono alcune considerazioni molto nette e significative per la nostra realtà territoriale.
In particolare, confrontando i dati ispettivi di fine 2011 con l’attività di vigilanza e controllo programmata per il 2012.
I tagli imposti con le Finanziarie del precedente governo, hanno, tra l’altro, colpito gli organici del personale pubblico, riducendo il numero delle unità ispettive in forza presso le strutture territoriali Dpl, ma anche Inps ed Inail. A livello nazionale, per il corrente 2012 si prevedono ben 10.000 ispezioni in meno rispetto all’anno passato. Nella nostra regione, già nello scorso anno, si sono potute svolgere 13.405 visite ispettive, quasi il 4% in meno sul preventivo.
Nonostante che un’efficace e necessaria attività di contrasto al lavoro nero ed irregolare, consenta ampiamente di ripagarsi in termini economici, oltre che di elementari diritti recuperati e giusta punizione per il malaffare.
In regione, solo per il recupero del maltolto contributivo e per le sanzioni comminate, sono rientrati nel 2011 quasi 23 milioni di euro, dei quali ben 5 arrivano dalla provincia di Modena. In parte, potrebbero servire per rafforzare gli organici.
La Relazione ministeriale di programma per il 2012 riserva un particolare “occhio di riguardo” all’Emilia Romagna.
Significa che il nostro territorio si conferma tra i più esposti ai fenomeni regressivi del lavoro nero e dei cantieri ed appalti a rischio.
Trovano ulteriore conferma le grandi preoccupazioni da più parti espresse – e dalla Cgil in primo luogo- per la gravità e l’estensione di malaffare, truffa e sfruttamento ai danni dei lavoratori, dell’erario e dell’intera collettività.
Stiamo sulla traccia della Relazione 2012 del Ministero del Lavoro.
– La nostra Regione è indicata al secondo posto – quasi a pari merito con la Lombardia – per l’entità delle previsioni di controlli/ispezioni, postulando 13.220 accessi in aziende e cantieri emiliani.
– La provincia di Modena è al secondo posto – appena dopo Bologna – in ambito regionale! Con l’impegno a non abbassare (nonostante i tagli sopradetti) le 1.770 ispezioni eseguite con notevoli risultati lo scorso anno, in particolare ai cantieri edili ed alle imprese del commercio e terziario.
Quindi, anche dal punto di vista delle direttive ministeriali, si sottolinea la criticità emiliana nell’esposizione ai fenomeni illegittimi nel lavoro: a fronte del taglio di circa 10.000 ispezioni, si prevede di “rafforzarne il numero in Lombardia e mantenerlo in Emilia Romagna”.
– Il già citato Documento nazionale, concede a Modena il poco lusinghiero ricorso a tre citazioni specifiche, che diventano cinque allorquando si cita l’intero territorio regionale, a proposito delle peculiari criticità in materia di regolarità del lavoro.
In primo luogo l’edilizia, nel vasto ambito dei cantieri privati ed anche degli appalti pubblici, oltre che il settore “emergente” per complessità nelle deregulation del commercio, terziario, servizi e cooperative anomale.
Seguono le specifiche “citazioni modenesi” riguardanti l’agroalimentare, il tessile – con la particolare criticità delle imprese cinesi – e l’autotrasporto.
Non possiamo perciò che condividere le indicazioni operative che, si legge, dovranno orientare le ispezioni – che auspichiamo possano rinforzarsi – e che paiono mutuate dalle piattaforme sindacali: “intermediazione illegale di mano d’opera e caporalato”; la “filiera degli appalti e subappalti, della logistica, facchinaggio e servizi alla persona”; le forme contrattuali atipiche, anomale ed irregolari quali “lavoro intermittente, vouchers, part-time, collaborazioni, false partite Iva o associazioni in partecipazione”.
Davvero tanto da fare per riportare il lavoro alla normale legalità.
(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)