“Credo che sia necessario organizzare in modo serio le cose affinché il movimento di merci che si avrà con l’attivazione, a fine 2013, dello scalo merci di Marzaglia non ricada sulle strade ordinarie della provincia. Deve invece trovare un canale diretto su un’arteria autostradale come la bretella Campogalliano-Sassuolo, così da non intasare la tangenziale di Modena”.
E’ la risposta che l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena Daniele Sitta ha dato oggi all’interrogazione di Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, trasformata in interpellanza, sulla bretella Campogalliano-Sassuolo.
Il consigliere ha chiesto a sindaco e Giunta se per le merci sia da privilegiare sempre il trasporto su ferrovia, “se conoscono la linea ferroviaria Ravenna–Dinazzano che trasporta l’argilla nel distretto ceramico modenese e reggiano, se ritengono sufficiente, per risolvere il problema del collegamento, del nuovo scalo merci di Marzaglia un collegamento stradale alla rete esistente con particolare riferimento alla superstrada Modena–Sassuolo”. Il consigliere ha chiesto inoltre se l’Amministrazione “non ritenga che, visti i tempi di crisi, sia meglio concentrare le scarse risorse economiche su tale collegamento” e se è informata che la bretella andrebbe ad impattare “l’alveo del fiume Secchia mettendo in crisi i progetti di protezione ambientale del fiume”.
L’assessore Sitta ha spiegato che “lo scalo merci di Cittanova/Marzaglia, in via di ultimazione, sarà tra i più importanti del Nord Italia, con un transito di 50 treni al giorno a pieno regime. Un’infrastruttura importantissima se si riesce a togliere 2 mila-2mila 500 tir al giorno”. L’assessore ha però sottolineato che mancano le infrastrutture viarie di collegamento con Sassuolo, con la tangenziale di Rubiera, con il casello di Modena nord. “Si tratta di opere inserite all’interno del progetto della bretella Campogalliano-Sassuolo, quindi con tempi assolutamente eccessivi e non coordinati con lo scalo merci. Siamo 30 anni in ritardo; solo oggi, infatti, riuscirà a prendere il via la ricerca dei partner per la realizzazione dell’opera”, ha aggiunto richiamando il costo complessivo di oltre 500 milioni di euro, di cui solo una parte finanziata con risorse pubbliche. Sitta ha infine riconosciuto l’importanza del collegamento tra Dinazzano e lo scalo di Marzaglia: “Non sarà però in grado di far fronte a tutti i bisogni di Dinazzano, Modena e Reggio Emilia”, ha detto.
Adolfo Morandi, Pdl, ha sottolineato che la bretella Campogalliano-Sassuolo “è un’opera necessaria e importante per l’attività industriale della nostra provincia, una delle più produttive a livello europeo, alla cui realizzazione tutti dovrebbero tendere. Ben vengano le infrastrutture che portano le nostre merci all’estero: l’opera, da troppo tempo attesa, va portata a compimento”.
Federico Ricci, Sinistra per Modena, si è detto d’accordo con i temi sollevati dall’interrogazione di Ballestrazzi, sintetizzati anche in un appello firmato da varie associazioni e rivolto al presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. Il consigliere ha inoltre chiesto informazioni sulla richiesta di un’ulteriore parere sulla bretella rivolta al ministero Ambiente dal presidente della consulta Tutela ambiente del Comune di Modena.
Per Stefano Goldoni, Pd, non si tratta di una questione partitica, ma di esigenze delle imprese della zona: “Lo dimostra il fatto che l’infrastruttura viene richiesta da tutti i Comuni, anche Sassuolo, governato dal centrodestra. Il collegamento Campogalliano-Sassuolo darà impulso all’economia modenese e non solo; è un’opera strategica per alleggerire il traffico nel più importante distretto ceramico d’Italia”.
Nella replica, Ballestrazzi ha affermato che “è giusto privilegiare il ferro rispetto alla gomma, come ha detto l’assessore Sitta, e se facessimo massa potremmo trasferire i finanziamenti previsti per la bretella nei necessari interventi di viabilità a collegamento con lo scalo merci di Marzaglia, compreso quello con Dinazzano. Sarebbe la soluzione per l’inquinamento e l’intasamento delle strade di Modena”.
In conclusione di dibattito, l’assessore Sitta ha osservato che “lo scalo è una assoluta necessità per spostare fisicamente un po’ di merci dalla gomma al ferro. Per farlo funzionare – ha aggiunto – servono collegamenti viari e se vogliamo bene al nostro territorio dobbiamo far sì che l’afflusso dei tir allo scalo insista su un sistema viario alternativo a quello urbano, così da non impattare la viabilità ordinaria”.