Dopo le assemblee in CNH, si sono svolte venerdì pomeriggio anche in Maserati Spa le assemblee dei lavoratori per la presentazione del nuovo contratto del Gruppo Fiat, firmato lo scorso 13 dicembre da tutti i sindacati, tranne la Fiom, che ne ha contestato sin dall’inizio la legittimità chiedendo di sottoporlo al voto di tutti i lavoratori.

Nella prima delle due assemblee riservata agli operai, era presenta la quasi totalità dei lavoratori. Dopo la lunga illustrazione del dirigente sindacale nazionale Uilm Panicali che ha occupato la metà delle 2 ore di assemblea, sono intervenuti i lavoratori con forti critiche innanzitutto per il metodo seguito per il mancato coinvolgimento dei lavoratori sull’evoluzione della trattativa e sull’accordo raggiunto. Critiche anche nel merito dell’accordo a cominciare dalla penalizzazione delle donne lavoratrici che per le assenze di maternità/cura sono discriminate nel raggiungimento del premio straordinario di 600 euro legato a 870 ore di effettiva presenza nei primi 6 mesi del 2012.

Forti critiche anche alla penalizzazione introdotta sulla malattia, mentre l’intervento del delegato Fiom/Cgil Mimmo Carrozzo, che ha richiamato molte delle critiche già emerse, è stata salutato con un’ovazione dell’intera assemblea quando ha riferito della condanna per attività anti-sindacale di Fiat e del reintegro da parte del tribunale di Potenza dei tre lavoratori di Melfi precedentemente licenziati.

Al termine degli interventi dei delegati Fiom, gli stessi si sono alzati e se ne sono andati e sono stati seguiti dalla stragrande maggioranza dei lavoratori che hanno così lasciato l’assemblea e hanno inveito contro i dirigenti nazionali Uilm e Fismic presenti. Numerose le urla a loro rivolte: “Buffoni! Buffoni!”.

Questa mattina alcuni lavoratori della Maserati sono entrati in azienda con in mano il quotidiano “l’Unità” in risposta all’arroganza aziendale che nei giorni scorsi, in altri stabilimenti italiani, ha obbligato i lavoratori a disfarsi del giornale, vietandone anche l’affissione in bacheca sindacale.