Arrivano da tutta Italia per fare ricerca su di un patrimonio archivistico di 3500 faldoni, oltre 9.000 volumi e migliaia di referenze fotografiche. Sono centinaia le iniziative organizzate nelle scuole di Modena e provincia e gli eventi pubblici, eppure il Centro Documentazione Donna, istituto culturale di Modena riconosciuto per la sua unicità in Italia e in Europa, potrebbe chiudere. La causa sono le costanti riduzioni dei progetti dedicati alle politiche di genere e alla prevenzione della violenza sulle donne che dal 2009 hanno segnato una costante diminuzione e il calo delle convenzioni con gli Enti Locali che nel 2011 ha registrato un -20%. L’associazione è riuscita a fatica a chiudere il bilancio consuntivo 2011, ma non riesce a impostare il preventivo 2012 perchè mancano risposte certe sulle attivazioni di progetti e convenzioni per il futuro.

Il Centro Documentazione Donna gestisce una biblioteca dedicata alla storia delle donne, aperta tutti i giorni per 28 ore a settimana, con un patrimonio proveniente da fondi come quello dell’UDI o dell’Associazione Nazionale delle Consigliere di Parità, che non ha eguali in Italia; coordina la rete provinciale degli sportelli Informadonna che fornisce servizi e informazioni a 5000 donne ogni anno. “Il Centro è nato nel 1996 grazie ad un patto tra istituzioni e società civile per la valorizzazione della cultura delle donne e dell’ottica di genere. Quegli impegni stanno diventando solo parole?” commenta Vittorina Maestroni, presidente del Centro Documentazione Donna “È la domanda che ci siamo fatte all’assemblea delle socie, un interrogativo legittimo vista l’impossibilità di programmare per il 2012. L’Istituto ha subito una riduzione delle convenzioni di circa il 40% nell’ultimo triennio e quest’anno la proposta dell’amministrazione Provinciale è quella di un taglio del 40%. Non ci risulta che la stessa sorte sia toccata ad altre convenzioni simili con gli altri istituti culturali. Per far fronte a questa situazione che porterà quasi sicuramente alla chiusura e alla perdita un lavoro più che decennale di presidio dei temi di genere, di consulenze e informazione, richiederemo un incontro urgente con il Presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabbatini, e il Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, per chiedere più equilibrio nelle scelte e una maggiore consapevolezza del valore di questo istituto culturale. E’ necessario valutare insieme una soluzione strutturale che permetta una progettazione a lungo termine per non perdere il patrimonio acquisito in questi anni”.