È errato – dichiara Confcommercio – lasciare che le liberalizzazioni si traducano nella legge del più forte di una prevedibile jungla commerciale. Sono posizioni ribadite, nella sostanza, anche dai sindacati dei lavoratori che si sono espressi in occasione della giornata europea per le domeniche libere dal lavoro, approfittando per chiedere al premier Mario Monti di ripensarci e trovare un’altra soluzione.

Secondo Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Modena, in attesa di una revisione della materia, è comunque necessario che tutto il territorio provinciale si autonormi per dare a commercianti e consumatori una misura comportamentale, in particolare sul tema delle aperture domenicali. Questo per un sano e pluralistico servizio commerciale e per il diritto al riposo settimanale di chi lavora nel settore.

Per non parlare dell’inutile incentivo alla corsa domenicale all’acquisto per le famiglie, che certo non per questo moltiplicherebbero i propri consumi.

Al contrario, l’aggravio dei costi di gestione indotti dall’apertura sette giorni su sette, porterebbe alla chiusura di piccoli e medi punti vendita. Nei fatti una perdita di occupazione, cui si aggiunge la perdita del servizio di vicinato svolto dai punti vendita tradizionali nei centri storici, nei quartieri delle città, nei piccoli comuni e nelle frazioni.

In veste di Associazione di categoria Confcommercio, oltre a chiedere una revisione delle liberalizzazioni, sostiene la necessità di un accordo, esteso a tutto il territorio provinciale, che prenda a riferimento le Unioni dei Comuni.

Per il settore del commercio la liberalizzazione arriva nel momento sbagliato in quanto non farà certo crescere i consumi, mentre le imprese devono investire in innovazione senza prospettive di rientro in tempi brevi, e quindi rinunciando a parte dei margini.

Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Modena e si rivolge pertanto alle Istituzioni, alla Chiesa, ai rappresentanti dei Lavoratori, alle Associazioni Imprenditoriali affinché, nell’interesse delle categorie economiche e sociali sia reso possibile e concreto un patto, su tutto il territorio provinciale, a beneficio di imprese e cittadini.