Il segretario provinciale del Pd Davide Baruffi risponde alla lettera del presidente della Provincia Emilio Sabattini a proposito di alleanze, rapporto con l’Udc e bilanci degli Enti locali.
«Il Pd ha organismi dirigenti in cui si discute e si decide. Anche rispetto al tema delle alleanze: non c’ è stata scadenza elettorale (perché è a ridosso del voto che si decide con chi allearsi) in cui non abbiamo discusso e scelto con chi presentarci davanti agli elettori. In Provincia e in Comune, a Modena, il Pd si è presentato nel 2009 con programmi e coalizioni che intende rispettare per tutta la durata del mandato. Ciò non preclude naturalmente di confrontarsi con tutti e di sfidare tutti a misurarsi con le nostre proposte. Lo abbiamo fatto su passaggi e scelte di governo locale qualificanti come la nuova programmazione sanitaria, la fusione delle aziende del trasporto pubblico locale o la programmazione commerciale. Anche per il bilancio degli Enti locali abbiamo messo a punto proposte e sulla base di quelle abbiamo aperto un confronto. E’ sempre giusto non arroccarsi nella propria maggioranza e ricercare un consenso più ampio: l’importante è partire dal merito e dalle proposte, fuori da schemi “politicistici” che parlano più di sigle e di nomi che non di idee e contenuti. D’altra parte, proprio a Modena nel 2009 decidemmo di correre senza l’Idv: non c’erano le condizioni programmatiche per farlo e non abbiamo anteposto uno schema astratto di alleanza alla condivisione programmatica concreta. Il punto è sempre quello: un grande partito di governo ha anzitutto il dovere di mettere in campo una proposta autonoma e larga, e poi su quella misurare chi ci sta e chi no. L’opzione opposta, su cui molti vorrebbero trascinarci, è invece quella di scegliere a tavolino e predeterminare con chi allearsi al solo scopo di battere l’avversario. Salvo poi, come ci ha insegnato l’esperienza di governo nazionale degli ultimi anni, non avere la necessaria coesione per portare a termine la legislatura e gli obiettivi. Con le forze moderate che hanno rotto i legami col centrodestra e che intendono portare fuori l’Italia dal berlusconismo della Seconda Repubblica siamo senz’altro interessati a confrontarci. Discutiamo con tutti ma non rincorriamo nessuno: casomai siamo noi a chiedere agli altri di rompere gli indugi e di scegliere. All’orizzonte per noi non c’è una grande ammucchiata in cui centrodestra e centrosinistra confondono valori, idee, programmi. L’attuale fase di governo rappresenta appunto una risposta di emergenza che abbiamo voluto per salvare il nostro Paese: domani, anche chi oggi sta al centro, sarà costretto a scegliere».