“La magistratura ha convalidato il trattenimento al CIE dei due fratelli rom, per ovvie ragioni di sicurezza sociale, considerandoli pericolosi alla luce dei plurimi e intensi riscontri giudiziari negativi. Certe battaglie ideologice rischiano di deformare la realta’ al punto da creare una forma di forte disconnessione da essa. Nonostante il modo lacrimevole di argomentare il problema rimane un principio da salvaguardare: se non hai un lavoro e in Italia vivi di espedienti non rispettandone la legge, qui non puoi rimanere. Cio appare ovvio ai piu’ perche si tratta di regole elementari. Tuttavia certa politica, a volte, veste i panni del sociologo di turno, dell’assistente sociale, dello psichiatra e si mette a parlare con un linguaggio incomprensibile, ma solo capace di svicolare dal principio del libero arbitrio e della responsabilita’ personale. E’ proprio vero: Quando non si crede più’ in niente si incomincia col credere a tutto, arrivando persino a confondere il problema della cittadinanza per una questione razziale e a scambiare una condizione particolare (status di cittadino) per un’diritto. Qualcuno in realta’ ha scelto i testimonial sbagliati per una battaglia altrettanto sbagliata.

Se passa il principio che chi nasce in Italia ne diventa automaticamente cittadino, corriamo il rischio certo di trasformarci, in men che non si dica, nella sala parto dell’Africa e non solo. Il sosi’ detto “Jus Soli” voluto oggi dalle sinistre con tanto ardore potra’ andar bene (forse) per nazioni come l’Australia, spopolate e ad alta vocazione migratoria, ma non per quelli come il nostro a forte’ identita’ culturale, ricche di storia e tradizioni. Per quelli come me la Patria e’ – e sempre rimarra’ – “Terra dei Padri”.

(Enrico Aimi PDL – Vice Presidente dell’Assemblea Legislativa)