Green economy ed eco lavori: nel contesto della fiera di San Giuseppe di Scandiano è stato organizzato questa mattina un convegno intitolato “Le sfide locali per i nuovi mestieri della green economy”, moderato dal giornalista Marco Gisotti, esperto di temi green. Il convegno, organizzato nell’ambito delle attività del Festival della Green Economy di Distretto, ha indagato quali fossero i principali ambiti di occupazione green nel nostro territorio. Tra le varie riflessioni è emerso che la scelta green da parte delle imprese ha pagato in termini di qualità: i consumatori sanno scegliere i prodotti green e riconoscerne le peculiarità. C’è una grande capacità competitiva da parte di chi ha una formazione “verde”, specializzata: oggi i lavoratori che manifestano queste capacità hanno anche più possibilità di mantenere un profilo competitivo nel mondo del lavoro.

Tre rappresentati dei settori produttivi hanno presentato le proprie esperienze green. Carlo Pasini, AD di Iren Rinnovabili ha ricordato: “Le rinnovabili sono ispirate alla storia della tecnica dell’uomo, alla fase nella quale non si esasperava da parte dell’industrie il consumo del territorio. Un caso di mitigazione interessante e di utilizzo di tecnologie green, è la centrale idroelettrica presso la Fornace di Baiso. Produce 8milioni di kwh per circa 2500 famiglie: hanno lavorato a questo impianto tutte imprese locali”.

Santo Giocolan architetto e collaboratore del consorzio Koinos ha presentato la capacità di rispondere con nuovi materiali e nuovi impieghi in ambito green economy , per i settori edile e ceramico.

Gianalfredo Cucchi, discendente di una famiglia contadina che si è sempre occupata di agricoltura e zootecnia, ha scoperto con la sua attività l’enorme superiorità agronomica dell’agricoltura biologica e ha provato varie sperimentazioni anche nell’ambito della biodinamica. “L’Emilia Romagna è la seconda regione al mondo per qualità del terreno: se coltiviamo l’humus con elementi naturali, otterremo più produttività e al contempo un terreno più sano”.

Il convegno è poi proseguito con la tavola rotonda che ha fatto il punto sulla situazione provinciale.

“Diventa molto difficile per gli enti locali entrare nell’ambito green – ha detto Alessio Mammi -. Noi non ci sottraiamo alla sfida del risanamento pubblico. Come innescare politiche per la crescita? I Comuni oggi sono in dificoltà, l’idea di intervenire in ambito green è davvero sfuggente: come possiamo se non abbiamo l’autonomia di agire, né finanziaria, né normativa, e nemmeno in ambito legislativo?”

Mirco Tutino: “Sulla green economy Reggio Emilia è fragile. Siamo una provincia che produce poco più del 10% di ciò che utilizza, dato che precipiterà a maggio dopo lo spegnimento di Cavazzoli. Bisogna portare avanti i piani di attività energetica, senza limitazioni. Vanno sacrificate le foreste autorizzative di certi enti”.

Lorenzo Catellani vicepresidente CIA ha ricordato: “L’80% della produzione in ambito agricolo a Reggio è di prodotti dop e di qualità: la svolta green premia. L’agricoltura è un settore anziano dal punto di vista anagrafico, ma che ha saputo cogliere bene gli aspetti della green. Oggi la sfida è coinvolgere operatori giovani”.

CNA con Santo Giocolan ha infine sottolineato che la green economy richiede una capacità di specializzarsi delle imprese e degli imprenditori che eleva la qualità del lavoro.

Pasini infine ha in ultimo denunciato un rallentamento del settore che alla lunga si sta rivelando devastante, sia per difficoltà di accesso al credito, sia per condizioni poco chiare della normativa nazionale.