Il 22 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per ricordare a tutti che l’acqua è un bene essenziale per la vita da gestire e tutelare nell’interesse della presente e delle future generazioni, anche a Modena HERA ha allestito un punto informativo per distribuire materiale sulle proprie attività.
Peccato che al titolo della campagna “Tariffe chiare come l’acqua”, corrispondano in realtà alcuni evidenti tentativi di manipolazione dell’informazione, perché in più punti della comunicazione di HERA, si accenna anche al risultato referendario e alla remunerazione del capitale, ovvero al profitto garantito per il gestore che il voto di 27 milioni di italiani e di quasi 320.000 modenesi ha deciso di abolire.
Per sminuire la portata del voto popolare, HERA sostiene infatti che l’eliminazione di questa componente tariffaria farà risparmiare a ciascun cittadino “solo 93 centesimi all’anno, meno del costo di un caffè”.
Si tratta di un’informazione maliziosa e di una bugia clamorosa, che tradisce la paura della multiutility di perdere i profitti assicurati dalla remunerazione del capitale!
Nel caso di HERA, infatti, il profitto garantito al gestore per il 2012, incide sulle bollette per il 18,29%, una quota che, considerando solo i 27 comuni della nostra provincia serviti da HERA, porterà nelle sue casse oltre 10milioni di euro, che potrebbero salire nel 2013 a 12milioni! Denaro che solo in parte sarà destinato a coprire gli investimenti necessari alla manutenzione e al miglioramento della rete idrica: buona parte di esso, infatti, finirà nelle mani delle decine e decine di investitori privati che fanno parte della società.
Altro che caffè!
Così, a 8 mesi dalla vittoria del referendum, il Governo Monti sta tentando ogni strada per aggirare il risultato referendario e i gestori fanno comunicazioni irrispettose della realtà dei fatti.
Il quesito sulla remunerazione del capitale è stato votato dagli italiani per fare valere il principio che nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti. Per questa ragione non apprezziamo che il nostro gestore locale – considerato che soci di maggioranza, per ora, sono ancora i Comuni – faccia comunicazioni tendenziose e nasconda ai cittadini il fatto che da quella gestione ricava profitti considerevoli.
Perdipiù, tacendo completamente il valore più importante della battaglia referendaria, ovvero che l’acqua è un diritto umano fondamentale e che per questo non può essere affidato a logiche mercatistiche e finanziarie. Un diritto universale che Papa Benedetto XVI ha ricordato anche nell’Angelus di domenica scorsa.
Ma i gestori hanno paura di dover rinunciare all’ “oro blu”: lo hanno dimostrato a Marsiglia domenica scorsa dove l’organizzazione privata che ha relazioni con le più grandi Multinazionali dell’Acqua del mondo aveva organizzato il suo 6° Forum Mondiale di autocelebrazione, e lo sta dimostrando HERA che proprio nella Giornata dell’Acqua ha deciso di non dirci tutta la verità sui suoi profitti.
(Comitato Modenese per l’Acqua Pubblica)