Scuola, professioni, mass media: sono i tre grandi ambiti dove nasce e si sviluppa la possibilità di una concreta lotta contro la mafia. Parte da qui “La comunicazione antimafia”, inedita iniziativa programmata per giovedì 19 aprile a Roma, ma che, per molti versi, ha un deciso sapore “modenese”: voluta dalla senatrice del Pd Mariangela Bastico, vedrà, infatti, la presenza del giornalista della Gazzetta di Modena Giovanni Tizian, costretto a vivere sotto scorta per le sue denunce sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, e di Stefano Zanardi, rappresentante della Commissione “Contrasto alle mafie e alla corruzione” del Comitato unitario delle professioni della provincia di Modena, il primo ad essersi dotato di una “Carta etica contro le mafie”. “Attraverso questa iniziativa – spiega Mariangela Bastico – ci proponiamo di raccontare alcune importanti storie positive e contemporaneamente avviare un percorso di lavoro che si sviluppi su tre ambiti: la scuola, i professionisti e i mass media. La scuola ha certamente un ruolo centrale nella formazione della cultura dell’antimafia e può diventare luogo di prevenzione dei fenomeni criminali e di crescita della cultura della legalità. Un contributo attivo può e deve essere svolto anche dai professionisti, che, consapevoli e adeguatamente informati e formati, possono rappresentare un importante strumento di lotta alle mafie. Per una corretta informazione dei cittadini- conclude Bastico- è fondamentale, infine, la capacità e l’impegno dei giornalisti”. All’incontro interverrà anche Luigi De Sena, vicepresidente della Commissione bicamerale antimafia. “L’iniziativa – spiega De Sena- rappresenta certamente un confronto indispensabile in un clima come quello attuale, dove la comunicazione giornalistica rischia per le continue e sempre crescenti intimidazioni ai danni dei giornalisti stessi”. ” Ricercare per divulgare- aggiunge Giovanni Tizian- è il compito dell’informazione e del giornalista. Capire, indagare, svelare i segreti inconfessabili, gli intrighi e le relazioni che saldano potere legale e mafioso, è il punto di partenza per far conoscere ai cittadini da cosa si devono guardare. L’informazione- conclude – diventa strumento antimafia se permette al lettore di formarsi una coscienza antimafia, ossia fornirgli gli strumenti per leggere la realtà in cui è inserito. Solo conoscendo i nomi, i cognomi, dei mafiosi, delle loro imprese, dei loro complici politici può evitare di offrire loro il consenso. Un’informazione che affronta la questione mafiosa e della corruzione, due facce della stessa medaglia, diventa arma collettiva contro il dominio asfissiante dei clan”. L’incontro è programmato per giovedì 19 aprile, dalle ore 11.00 alle 13.00, presso la sala ex Hotel Bologna, di via Santa Chiara, a Roma.