Sabato 14 aprile, si è tenuto il congresso del PDL a Modena, un congresso nato dalle esigenze per identificare una direzione, una classe politica, capace di affrontare il presente per costruire un futuro. Le esigenze sono tante, le opportunità poche, il tempo sempre meno per cominciare un percorso innovativo. Tornando al congresso, sono rimasto piacevolmente stupito nel constatare che eravamo in tanti, tutti spinti da sani principi, tutti spinti dalla voglia di fare bene. La meraviglia ulteriore è stata aver notato la presenza di molti, che con la politica non avevano nulla a che fare; passavano si informavano, e se ne andavano. Questo a testimoniare che c’è voglia di cambiamento, che il numero degli insoddisfatti, di questa sinistra che gestisce le nostre terre come se fosse la padrona assoluta, è molto alto. Tutti i partecipanti, compreso IO, ci consultavamo per capire se c’è la voglia di confrontarsi e dialogare su chi potrebbe portare nuova energia per vincere la crisi della politica. La crisi economica, la crisi di idee. Tutti, e mi riferisco a tutti quelli con il quale mi sono confrontato, dichiaravano che solo con l’unione e con la volontà di costruire dialogo si riuscirà ad avere risultati. Una cosa utile, il congresso del PDL lo ha subito evidenziato, siamo in tanti ad avere capito che senza il dialogo non si va da nessuna parte. Tutto questo all’interno di un partito. I presupposti per il cambiamento ci sono. Molti gli interventi, anche io ho voluto esprimere il mio pensiero, mi sembrava d’obbligo segnalare la mia volontà d’essere disposto a sacrificarmi per un risultato che porti benefici a giovani e tutti, oltre a segnalare l’esigenza di dialogare e agire uniti e basta personalismi .Un altro risultato è la definitiva chiusura sulle criticità interne al partito, infatti, la nuova dirigenza gode della maggioranza, quindi più indipendente, quindi con l’autonomia necessaria per produrre idee capaci di venire incontro al territorio di riferimento. Ora non rimane altro che tirarsi su le maniche e cominciare a lavorare, lavorare per costringere la regione a fare i conti con l’amara realtà dei piccoli imprenditori, commercianti e professionisti. Lavorare per costruire un’alternativa a più di cinquant’anni di dominio della sinistra, una sinistra che sembra aver perso il senso dell’equilibrio, una sinistra che si oppone a qualsiasi proposta differente dai suoi piani gestionali. Una sinistra che ha perso il valore del confronto, del dialogo, una sinistra incapace di accettare suggerimenti provenienti da tutti rappresentanti delle categorie produttive del territorio. Io, per i motivi qui esposti ho deciso di fare politica, io mi auguro e auguro che la nuova classe dirigenziale del PDL di Modena e provincia, si dedichi anima e corpo per queste terre bisognose di cambiamento.
(Marian Lugli, consigliere comunale PDL di Mirandola)