“Opportuna la possibilità di apertura anche durante le Festività”, così Andrea Pollastri (PdL) biasimando l’iniziativa annunciata da CGIL di distribuire domani davanti ai negozi che terranno aperti volantini tendenti a dissuadere i possibili clienti.

“Questa battaglia – spiega il Consigliere – la CGIL la porta avanti da anni: chiese (ed ottenne) l’inserimento, all’interno della Legge Regionale n. 14 del 1999, dell’art. 16 bis che, al primo comma, impone la chiusura degli esercizi commerciali durante alcune festività, obbligo derogabile nei Comuni turistici e nelle Città d’Arte (comma 2), unicamente nelle giornate e nelle zone del territorio interessate da effettivi e consistenti flussi turistici, previa concertazione con le Associazioni Sindacali e di Categoria.

La Delibera n. 2164 del 2007, conseguente all’aggiunta dell’art. 16 bis, ha individuato quali giorni di chiusura le principali ricorrenze civili e religiose tradizionalmente celebrate nella Regione, ossia 1 gennaio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, Assunzione di Maria, Ognissanti, Natale e Santo Stefano, ed ha definito l’iter di concertazione previsto per i Comuni turistici”.

“Sin dalla sua approvazione – chiarisce Pollastri – la Delibera appariva estremamente iniqua poiché imponeva anche ai piccoli negozi a conduzione famigliare la chiusura forzata, facendo venir meno dei potenziali redditi utili alla sopravvivenza di questi esercizi. Il contenuto fortemente illiberale ed in contrasto con la liberalizzazione che nel frattempo stava avvenendo in tutta Europa, si faceva fintamente scudo della difesa del diritto di riposo dei dipendenti, soprattutto dei grandi supermercati: in realtà essi hanno diritto al recupero ovvero allo straordinario qualora lavorino in giorno festivo, e lo stipendio nel giorno festivo è più alto, cosa a cui, al giorno d’oggi, molti guardano con interesse”.

“La grave contrazione dei consumi – prosegue l’azzurro – conseguente alla crisi economica impone di favorire le occasioni commerciali, consentendo, non solo ai Comuni turistici, di aumentare le giornate di apertura. Inoltre, l’introduzione della “Direttiva Bolkestein” a tutela della libera concorrenza, ha portato all’approvazione del cosiddetto “Decreto Brambilla”, il n. 201 del 2011, che ha esteso a tutti gli esercizi commerciali e a tutti i pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande la piena liberalizzazione degli orari e delle giornate di apertura”.

“Per effetto del “Decreto Brambilla” – dice ancora – sono state giudicate illegittime alcune ordinanze sindacali che si proponevano di regolamentare in via generale gli orari e le giornate di apertura degli esercizi commerciali.”

“Per questo – chiosa – ho chiesto con un’interrogazione alla Giunta Regionale se intenda annullare la criticatissima e ideologica Delibera n. 2164, ormai di fatto superata dalla legislazione nazionale”.