«Lo sfruttamento sul lavoro è una pratica ignobile ormai dilagante. Perciò è fondamentale incentivare l’emersione di questo fenomeno anche attraverso il coinvolgimento diretto delle vittime». Lo afferma Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, esprimendo soddisfazione per l’approvazione dello schema di decreto sull’azione di contrasto al lavoro nero e illegale, ora sottoposto al parere delle commissioni parlamentari. «Recependo la direttiva europea n. 52 del 2009, il decreto affina gli strumenti attraverso un coordinamento dei controlli, il monitoraggio, la pubblicazione dei dati e la verifica dell’efficacia – spiega Coscia – Inoltre, in casi specifici, al lavoratore clandestino che denuncia lo stato di sfruttamento può essere concesso un permesso provvisorio per il tempo necessario alla conclusione della controversia. Questo è un punto di merito molto importante perché spesso è proprio la clandestinità a mettere i lavoratori in una condizione di oggettiva debolezza». A questo proposito il sindacalista Cisl ricorda che nel 2011 a Modena sono state effettuate dagli enti preposti (Direzione territoriale del lavoro, Inps, Guardia di finanza ecc.) 1.768 ispezioni; sono state riscontrate irregolarità in 853 casi (pari al 48,24 per cento), per complessivi 2.672 lavoratori italiani e stranieri, di cui 32 minori, 23 clandestini e quattro lavoratrici madri discriminate. «Sono numeri impressionanti, eppure sappiamo che rappresentano solo la punta dell’iceberg – dichiara Coscia – La vera integrazione dei lavoratori e lavoratrici migranti e delle loro famiglie passa attraverso la definizione di norme chiare ed esigibili, anche per il rinnovo dei titoli di soggiorno, capaci di dare dignità al lavoro. Oltre che rafforzare il contrasto al lavoro nero e illegale, che spesso costituisce l’area di infiltrazione delle organizzazioni malavitose, occorre introdurre la responsabilità in solido del committente, un principio che, insieme alla perdita dei contributi pubblici, costituirebbe un efficace deterrente all’utilizzo di lavoro nero e irregolare». Reduce dalle celebrazioni del 1° Maggio, Coscia sottolinea che in tutte le piazze modenesi ieri è emersa forte l’esigenza di mettere il lavoro in primo piano. «Quel lavoro che manca o si perde a causa della crisi, spesso oggetto di sfruttamento, se non di schiavitù, come emerge – conclude il responsabile della politiche del lavoro per la segreteria provinciale Cisl – anche dalle ispezioni effettuate dagli organi di vigilanza».