“Lo sport per i ragazzi disabili è integrazione, limita l’impegno dei servizi sociali e sanitari e permette ai giovani di misurarsi con i propri limiti per superarli, per migliorare la loro qualità di vita e favorire le relazioni sociali. E’ un dovere di tutti assicurare ai disabili le stesse opportunità date agli altri”.

La solidarietà concreta per costruire una società più equa in cui tutti possano essere rispettati per il loro essere persone, al di là delle menomazioni fisiche e psicologiche, è il messaggio trasmesso ieri sera da Ettore Pacini, presidente dell’Associazione sportiva disabili Tricolore di Reggio Emilia, e da Vincenzo Tota, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, alla platea della Stampa e dei soci del Rotary Club Reggio Emilia riuniti per conoscere e sostenere i cinque atleti reggiani che si apprestano a partecipare ai Giochi Paralimpici che si terranno a Londra dal 29 agosto al 9 settembre prossimi.

Accompagnati dalle famiglie e dagli amici, Mirko Benetti, Cecilia Camellini, Kevin Casali, Massimo Croci e Stefano Curti hanno raccontato il loro avvicinamento alla pratica dello sport iniziato per raggiungere un discreto benessere psicofisico e che solo successivamente si è trasformata in competizione agonistica, premiata in gare nazionali e internazionali di grande prestigio.

E’ così per Cecilia Camellini, 20 anni, non vedente dalla nascita, che ha iniziato a nuotare all’età di 3 anni grazie a suo fratello, e che ora passa ad allenarsi in piscina 27 ore la settimana. Campionessa europea e detentrice di 2 medaglie di oro (100 metri stile libero e 50 stile libero) e 3 medaglie di argento: 400 stile libero, 100 dorso e 200 misti. Nel 2008 ha partecipato ai Giochi Paralimpici di Pechino dove ha vinto due medaglie d’argento nei 50 e 100 metri stile libero ed è stata portabandiera nella cerimonia di apertura con Francesca Porcellato, nonché atleta più giovane della squadra italiana.

Straordinaria anche la storia personale e agonistica di Kevin Casali, affetto da autismo, ha anni 19, è campione italiano di nuoto categoria S14 e detiene il record italiano in quasi tutte le lunghezze. Oggi sta lottando per raggiungere il tempo di 2’10 nei 200 metri stile libero che gli permetterà di accedere ai Giochi Paralimpici di Londra. Con lui la mamma Mirella, che ha spiegato come grazie agli allenatori e alla società sportiva Asd Tricolore di Reggio Emilia il nuoto sia diventato per Kevin non più una terapia, ma un vero divertimento che lo ha aiutato a diventare autonomo e a migliorare la propria autostima.

E’ stato diverso il percorso di Massimo Croci, oggi trentaquattrenne, paraplegico in seguito ad un infortunio sul lavoro. Campione italiano di tiro con carabina, nella specialità carabine libera a terra 50 metri a fuoco, ha messo in evidenza “la capacità aggregativa dello sport che porta la vittoria in secondo piano rispetto alla gioia di stare insieme”.

Un esempio di fiducia negli altri arriva invece dalla storia di Stefano Curti, 20 anni, ipovedente, primo assoluto nello slalom e nel gigante ai campionati francesi open French Nationals Championships di Chamonix, e campione italiano specialità “Gigante” nella gara che si è svolta al Sestriere nel febbraio di quest’anno. Qualche passo avanti a lui collegato con un interfono c’è sempre Mirco Panizzi, il suo atleta guida, con il quale Stefano trascorre intere giornate ad allenarsi in un legame di amicizia che va al di là della preparazione atletica finalizzate alle gare.

Particolarmente toccante anche la vita di Mirko Benetti, 41 anni, agonista di atletica leggera, nelle specialità di lancio del peso e lancio del disco, che ha conquistato diversi titoli e record provinciali, titoli regionali e ha partecipato a raduni con la nazionale italiana. Nel 1989 rimane vittima di un terribile incidente stradale che gli fa solo cambiare specialità sportiva. Da allora si cimenta nel tiro con l’arco che inizia a praticare come attività agonistica Para-archery nel 2004 con la società “Compagnia Arcieri La Meridiana A.S.D.” di cui dal 2008 ne è presidente. Nel 2010 entra nella nazionale per la specialità del Compound raggiungendo risultati straordinari: nello stesso anno è 3° assoluto individuale nei Campionati Italiani Targa Para-archery; nel 2011 è 3° assoluto individuale e 4° assoluto mix team friendship APC Archery Cup Championschip (THA); è 4° assoluto con la Squadra compound e 9° assoluto individuale al 7th Wheelpower Archery National Chanpionship (GBR); è 5° assoluto con la Squadra compound (World Record sulle 24 frecce nello scontro finale) e 26° individuale al World Archery Parachampionship di Torino. Insieme a Fabio Azzolini, atleta tetraplegico di Casalgrande, oggi è tra i due atleti paralimpici reggiani del team azzurro.

Storie straordinarie di sacrifici e soddisfazioni, di dolore e di rinascita, di ragazzi eccezionali accompagnati e sostenuti da famiglie altrettanto eccezionali che non hanno paura a chiedere sostegno morale ed economico “perché praticare uno sport costa e le famiglie e le associazioni non potranno mai sostituirsi alle Istituzioni a cui è delegato il compito di fornire sostegno adeguato a tutti i Cittadini in modo uguale”.

Fanno riflettere i dati comunicati dal presidente del CIP, Vincenzo Tota a fine serata: “Solo nella Provincia di Reggio Emilia ci sono 65 mila disabili riconosciuti, 18 mila infortunati a cui è stato riconosciuto un risarcimento e 2100 ragazzi con disabilità mentali certificate. Tra di loro almeno 5600 sarebbero in grado di praticare uno sport. Il nostro Comitato promuove diverse attività e il nostro lavoro è senza sosta; purtroppo – conclude Vincenzo Tota – la notizia della chiusura dei comitati provinciali, in Italia sono 10 di cui solo il nostro in Emilia Romagna, da parte del Cip nazionale e, ancora prima, dal Coni, motivata con la crisi economica che sta attraversando il paese e la necessità di risparmiare risorse finanziarie, ci riempie di amarezza”.

Pronta la risposta dell’Assessore allo Sport del Comune di Reggio Emilia, Mauro Del Bue, che ha garantito il proprio sostegno al presidente Tota e al Comitato reggiano “affinché sia riconosciuto l’importante lavoro svolto in tutti questi anni di attività sul territorio e anzi possa essere trasformato in un Comitato regionale per trasmettere anche alle altre provincie il valore di questo impegno verso i disabili e le loro famiglie”.