La Federazione della Sinistra di Modena constata con preoccupazione il progressivo aggravamento della situazione politica ed amministrativa del Comune di Serramazzoni. La notizia delle indagini per associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio e all’abuso edilizio a carico del Sindaco Sabina Fornari, del predecessore Luigi Ralenti e del capo dell’ufficio tecnico, non è certo una novità inaspettata. E le mancate spiegazioni pubbliche della stessa Fornari, che non fornisce risposte in merito agli atti che le vengono attribuiti al periodo in cui ricopriva l’incarico di assessore all’urbanistica dello stesso Comune, rappresentano un ulteriore elemento di intorbidimento del clima.

A Serramazzoni è necessario ristabilire quella normalità democratica e amministrativa che manca da troppo tempo, e questa può essere costruita solo attraverso nuove elezioni in cui non siano più protagonisti gli esponenti di un sistema amministrativo sotto indagine.

Chiediamo pertanto le immediate dimissioni del Sindaco, e se queste non dovessero giungere riteniamo vi siano le condizioni per lo scioglimento del Consiglio Comunale, per tornare al voto al più presto.

Condividiamo la manifestazione pubblica promossa per martedì 15 maggio a Serramazzoni dalla lista civica Serra Viva, che abbiamo sostenuto alle elezioni, e invitiamo tutti i cittadini democratici a partecipare per dire che la Serramazzoni onesta ne ha abbastanza. Proponiamo alla popolazione di Serramazzoni, che ha diritto ad una amministrazione limpida e corretta, una costante mobilitazione sino a risoluzione di questa triste vicenda.

Invitiamo inoltre le forze democratiche a riflettere amaramente sul consenso, per carità legittimo, che i cittadini hanno attribuito alla Fornari nonostante fossero di ampio dominio pubblico le indagini sull’operato della giunta di cui faceva parte. Ed in tal senso poniamo al PD il quesito su cosa sarebbe potuto invece succedere se, anziché appoggiare la candidatura incolore e sostanzialmente continuista di Rubbiani, avesse accolto il nostro caldo invito da un profondo rinnovamento.

Ma una riflessione approfondita, e secondo noi c’è lavoro anche per la magistratura, va a questo punto aperta anche sul modo con cui è stato costruito il consenso: quanto può avere influito sul voto l’ultima seduta Consiglio Comunale della giunta Ralenti? In quell’occasione fu approvata, davanti a centinaia di persone, una variante al piano regolatore contenente numerose modifiche all’assetto urbanistico del territorio e quindi rispondente a numerosi interessi particolari. Arrivati a questo punto è giusto che sia fatta chiarezza su tutto.

(Stefano Lugli – segretario provinciale PRC Modena, Mario Ori – segretario provinciale PdCI Modena)