“Affinché il Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso di Modena non chiuda definitivamente i battenti”: 200 le firme raccolte in pochi giorni e ‘solo tra gli addetti ai lavori’. Ma grossisti, commercianti, lavoratori e produttori sono intenzionati ad incrementare le adesioni a sostegno del mantenimento della struttura: “Lanciamo oggi una nuova petizione per sensibilizzare anche l’opinione pubblica modenese sul MOI, rivolgendoci a chi, cittadini, frequentatori e consumatori, fa i propri acquisti ormai abitualmente presso il mercato. Sia chiaro: in caso di cessazione dell’attività mercatale si perderanno posti di lavoro, aumenteranno le difficoltà per i piccoli imprenditori che qui si riforniscono, mancherà un servizio essenziale in periodo di crisi oltretutto, per chi già versa in difficoltà economiche”.
Il futuro segnato della struttura di via Del Mercato lascia intravedere prospettive alquanto fosche per i tanti che, per necessità o lavoro, hanno nel MOI un punto di riferimento. Molti operatori commerciali saranno costretti a rivolgersi altrove, con un aggravio dei costi di gestione dell’attività, se non nella peggiore delle ipotesi, a cessare addirittura l’attività medesima. Senza contare poi il venir meno di una parte significativa della produzione agricola locale, in particolare dei piccoli produttori indipendenti che trovano nel mercato uno sbocco ‘naturale’ ove collocare i loro prodotti.
“La decisione dell’Amministrazione Comunale di Modena di posticipare la chiusura del Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso al 31 dicembre 2012, senza al momento alcuna alternativa concreta ove collocare il nuovo MOI, ci trova in totale disaccordo”, fanno sapere grossisti, commercianti, lavoratori e produttori. “Come in disaccordo siamo – aggiungono – nei confronti della predisposizione di un bando di deroga urbanistica, ventilato già diverse volte, che prevede tre nuovi centri privati all’ingrosso di frutta e verdura. Soluzione, giusto ribadirlo, che non fa l’interesse del MOI nel suo insieme”.
Il Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso di Modena, ha sempre rappresentato una risorsa, sia per la per città che per il territorio. Risorsa che ha visto crescere il suo valore in questi ultimi anni, in cui, complice l’aggravarsi della crisi economica, il numero degli avventori e degli acquirenti è incrementato in maniera esponenziale. “Ragioni importanti, che ci inducono a ricordare che: il MOI è gestito da imprenditori modenesi; al suo interno lavorano all’incirca una cinquantina di persone; presso la struttura si riforniscono ogni giorno quasi duecento piccoli imprenditori dei settori della vendita al dettaglio di ortofrutta, della ristorazione e del commercio su area pubblica; al MOI conferiscono i loro prodotti una quarantina di produttori agricoli della nostra provincia. La possibilità, poi di vendita al minuto in particolare alle fasce della popolazione meno abbienti e con basso reddito, ne valorizza la funzione sociale rappresentando un forte fattore di calmierazione dei prezzi di cui beneficiano centinaia di famiglie e migliaia di consumatori”.

E non è tutto, tengono a precisare: “Il MOI è ancora una parte importante e vitale dell’economia cittadina, che andrebbe quindi salvaguardata e valorizzata, nell’interesse anche dell’equilibrio della rete distributiva locale. Fatichiamo pertanto a comprendere le motivazioni ad esempio, che prevedono per la zona la chiusura della struttura, nuovi interventi di tipo edilizio-abitativo e il trasferimento nella attuale sede del Mercato Ortofrutticolo di un supermercato, oltretutto già presente, ma con superficie di vendita ampliata. In un periodo di consumi ridotti e di recessione economica acuta, ribadiamo dunque la nostra contrarietà nei confronti di logiche espansive nel settore della distribuzione commerciale quando sarebbero indispensabili interventi – oggi ancora del tutto assenti – volti, semmai, a riqualificare e valorizzare l’esistente”.
“E’ pertanto auspicabile da parte della Amministrazione Comunale, un passo indietro sul MOI, data la sua importanza per le PMI cittadine e non solo del commercio, per le famiglie, per chi ci lavora. O quanto meno, l’individuazione di alternative concrete in cui trasferire la struttura senza necessariamente smembrarla. Privarsi di un servizio come quello offerto dalla struttura di via del Mercato, sempre più efficiente in termini di qualità, professionalità e risparmio, significa creare enormi problemi di approvvigionamento alle, piccole e medie imprese del commercio alimentare e della ristorazione. Ma soprattutto mettere a rischio: la sopravvivenza futura di molte di queste PMI specializzate, che lì si riforniscono; la possibilità di ridurre il costo della spesa alimentare per centinaia di famiglie; l’occupazione locale ed il lavoro di tanti piccoli coltivatori diretti”, concludono commercianti, grossisti, lavoratori e produttori.



