“E’ un grande risultato, la presa d’atto che le sfide complesse sul futuro della nostra comunità si affrontano insieme, in maniera costruttiva. Ed è un importante segnale politico”. Così il sindaco Simone Montermini commenta l’approvazione del bilancio di previsione 2012, avvenuta nel consiglio comunale di martedì sera con 15 voti favorevoli e 2 astenuti. Hanno infatti votato a favore anche i consiglieri della lista Castelnovo Cambia, oltre naturalmente a quelli del Partito Democratico. Si sono invece astenuti un consigliere di Futuro e Libertà e il consigliere della Lega Nord.

L’elaborazione del documento è stata complessa e articolata, in quanto la giunta comunale ha dovuto tenere conto di diversi fattori di difficoltà. In primis la crisi economica, che ha portato più bisogni da parte dei cittadini e delle imprese ma allo stesso tempo meno disponibilità finanziarie da parte del Comune, senza dimenticare il patto di stabilità – che di fatto blocca risorse che l’amministrazione comunale potrebbe spendere a favore della comunità – e il taglio dei trasferimenti per un totale complessivo di circa un milione di euro. A fronte di questi ostacoli, il bilancio di previsione castelnovese prevede comunque il mantenimento generale di tutti i servizi, grazie anche alla riorganizzazione della macchina amministrativa e alle politiche sovracomunali attraverso organismi quali l’Unione dei Comuni “Terra di Mezzo” e l’Asp, che hanno portato a una buona percentuale di risorse risparmiate.

Nel quadro del bilancio vanno inseriti anche due aspetti relativi alla politica fiscale locale. Da un lato, la scelta di mantenere inalterata l’addizionale comunale Irpef allo 0,4% (tra le più basse rispetto ai comuni della zona e a quelli comparabili), dall’altro l’Imu in merito alla quale l’amministrazione si è prefissata di deliberare aliquote prudenziali: sulla prima casa, la “forbice” andrà tra lo 0,49 e lo 0,55 per mille (con l’impegno a cercare di tendere verso lo 0.49), mentre è stato deciso di alzare l’aliquota relativa alle case sfitte. Non ultimo in termini di importanza l’argomento della piazza e della riqualificazione del centro storico, che insieme al piano del traffico è stata oggetto di un progetto di riqualificazione approvati anch’essi in consiglio comunale poco tempo fa. A questo tema strategico per la comunità si abbina il tema delle azioni Iren disponibili per il Comune: essendo queste notevolmente calate di valore, si renderà necessario lo studio di una nuova tipologia di finanziamento.

“Cercheremo di concentrarci sui servizi – spiega Montermini – passando da una politica delle inaugurazioni a una politica delle manutenzioni. L’amministrazione infatti si è trovata di fronte a un patrimonio comunale non adeguatamente mantenuto negli anni passati, in particolare la palestra, la biblioteca e la casa protetta e gli edifici scolastici. Non ci sono problemi strutturali, ma da una decina d’anni le manutenzioni sono mancate. Per fronteggiare questo disagio servono risorse enormi e possibilmente una deroga al patto di stabilità, quando si tratta di spese per la messa insicurezza degli edifici.”

Il sindaco conclude con una considerazione generale, quanto mai opportuna quando si parla di bilancio, che è il principale atto di una amministrazione. “Quello che questo voto condiviso da tutti i gruppi consigliari rappresenta è la necessità di reinterpretare il ruolo degli enti locali di fronte ad una crisi di finanziaria e politica dio natura strutturale.

I comuni e gli enti locali non sono stati sempre quelli di oggi. Se nel dopoguerra la missione era essere facilitatori della crescita di un paese, la fase successiva è stata quella di ‘tosare la pecora’, prendendo una parte della ricchezza creata per fare servizi, a loro volta utili per crescita e sviluppo (scuole dell’infanzia, aziende municipalizzate, etc.).

Oggi la crisi impone un nuovo pensiero sul ruolo degli enti locali, che – nuovamente – devono tornare ad essere facilitatori di sviluppo, in senso qualitativo soprattutto, magari risparmiando il territorio, distrutto in questi anni dalla pigrizia di un pensiero politico e dal meccanismo perverso di sostenere investimenti e servizi con oneri di urbanizzazione. Occorre invece fare anche a questo livello una vera e propria spending review, che passi attraverso la gestione associata dei servizi, attraverso una vera e propria fusione di più municipalità, adeguando quella che è la dimensione istituzionale alla dimensione dei problemi”.