E’ l’ombra della criminalità organizzata che si staglia ancora una volta sul nostro territorio. Una nuova operazione antimafia partita da lontano, ha portato in carcere l’ennesimo insospettabile. Un plauso va alle forze dell’ordine per l’eccellente lavoro svolto, la preoccupazione però rimane elevata. “Modena così come la provincia si confermano non più zone a rischio di infiltrazione, ma purtroppo di radicamento. C’è dunque la necessità di una risposta ferma e corale di contrasto effettivo alle organizzazioni criminali. A maggior ragione adesso in questa fase di post terremoto e quindi di ricostruzione, in cui il malaffare rischia di insinuarsi, data l’accresciuta appetibilità delle zone colpite dal sisma, tra le pieghe della legalità”.

La preoccupazione dell’Associazione imprenditoriale nasce dal fatto che già in passato alcune delle zone attualmente colpite dagli eventi sismici del maggio scorso, sono state oggetto di operazioni da parte degli organi preposti contro i clan malavitosi. “Oggi – fa sapere Confesercenti – sono stati compiuti passi in avanti nella lotta alle organizzazioni mafiose. L’ufficio della DIA a Bologna è operativo, il governo ha provveduto ad assegnare un prefetto per le zone terremotate; recentemente è stato sottoscritto un protocollo anti-infiltrazioni tra Regioni, enti, associazioni e sindacati (a cui sentiamo di esprimere il nostro giudizio positivo), per la legalità nella ricostruzione di quelle stesse zone. Il cui fine è quello di arginare possibili pericolose deviazioni del mercato. Non va dimenticato però che è evoluto anche il metodo dell’infiltrazione della criminalità che non esita a farsi scudo della legalità e di ogni mezzo pur di riciclare l’immensa liquidità di provenienza illecita di cui dispone e della quale si serve per sbaragliare la concorrenza. E gli appalti continuano ad essere uno dei loro canali privilegiati”.

“E sono le imprese sane della bassa modenese ad risultare oggi più esposte – continua Confesercenti – Se prima lo erano per la crisi e le difficoltà di accesso al credito, ora, la costrizione, a causa del terremoto ad uno stop forzato dell’attività lavorativa unitamente alla necessità di ripartire, potrebbe metterle nel mirino dei malavitosi, con conseguenze drammatiche sia per l’indotto economico che per il territorio. Invitiamo dunque gli organi preposti ad un’intensificazione dell’attività investigativa a tal senso, a maggior ragione in quegli ambiti economici in cui la criminalità è solita operare, oggi in modo molto più fino, grazie a prestanomi insospettabili, rispetto al passato: l’edilizia in primo luogo, il movimento terra e lo smaltimento delle macerie, ma pure in ambito finanziario nell’erogazione del credito. Nessun settore è al sicuro. Per questo anche gli imprenditori e i cittadini sono invitati a segnalare movimenti anomali ed attività sospette, che meritano di essere oggetto di indagine da parte degli organi investigativi”.

“Il business della ricostruzione se non attentamente monitorato rischia di rappresentare un ventre molle attraverso il quale le mafie in modo subdolo e silenzioso potrebbero aprirsi nuovi varchi per insediarsi nella provincia. L’intensificazione dell’attività di intelligence e l’abbandono di pratiche come il massimo ribasso nell’assegnazione degli appalti vanno adottate celermente. C’è la necessità però anche di un ruolo attivo e della collaborazione da parte di tutti, Associazioni, enti, mondo imprenditoriale, cittadini – conclude Confesercenti – nel contrasto al crimine organizzato. L’indotto economico e le imprese, sono un patrimonio territoriale da salvaguardare”.