Sono passati dieci anni da quando, il 30 novembre del 2002, in decine di città nel mondo si accendeva una luce contro la pena capitale. Era “La giornata mondiale Città per la vita contro la pena di morte”. La città di Reggio Emilia fu una delle prime cento al mondo ad aderire all’iniziativa.

Nel corso di questi anni, sono migliaia le città che hanno scelto di aderire all’appello lanciato dalla Comunità di Sant’Egidio, raccolto da molti Enti locali e associazioni di ogni parte del mondo.

L’obiettivo della giornata è quello di ottenere l’abolizione universale della pena di morte. La data del 30 novembre è stata scelta perché ricorda la prima abolizione della pena capitale: quella del Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786.

Nel 2012 la Città di Reggio Emilia in occasione della Giornata Mondiale contro la Pena di Morte, il 10 ottobre, ha promosso un incontro rivolto agli studenti sul tema dei diritti umani con il Vice Presidente del Sudafrica Kgalema Motlanthe.

All’inizio del 2013, è previsto un intervento rivolto ai giovani delle scuole del territorio di Nasila Rembe, docente in Diritti umani della cattedra Unesco “Oliver Tambo” dell’Università di Fort Hare, la stessa dove studiò Nelson Mandela.

L’impegno di Reggio Emilia contro la pena di morte

La città di Reggio Emilia ha avviato da alcuni anni un programma di iniziative, a livello locale e internazionale, a favore dell’abolizione della pena di morte. Dal 2002 la nostra città è membro della ‘Texas Coalition to abolish the death penalty’, finanzia il fondo legale per i condannati a morte gestito dalla Comunità di Sant’Egidio (che ha contribuito a salvare condannati a morte negli Stati Uniti, in Uzbekistan e in Africa) e aderisce alla giornata del 30 novembre ‘Città per la Vita – Città contro la pena di morte’.

Dal 2004, Reggio Emilia è stata ammessa alla ‘World Coalition against the death penalty’. Nel 2005 la coalizione texana per l’abolizione della pena di morte ha premiato la città di Reggio Emilia per il suo impegno nella lotta alla pena capitale.

Nel corso degli ultimi anni, Reggio Emilia ha ospitato diversi rappresentanti della lotta contro la pena di morte e della promozione dei DDUU: Mario Marazziti (portavoce della Comunità di Sant’Egidio), Bill Pelke (fondatore dell’Associazione “Journey of hope”, David Atwood (fondatore della coalizione texana contro la pena di morte), Tamara Chikunova (coordinatrice del movimento Madri contro la pena di morte e la tortura), Thenjwe Mtintso (Ambasciatore del Sudafrica in Italia), Sister Helen Prejean (la religiosa che ha dedicato la sua vita a combattere la pena di morte, protagonista nel film “Dead man walking”), Michael Lapsley (Sacerdote anglicano vittima delle brutalità del regime dell’apartheid).

Tutte le attività vedono la collaborazione e il coinvolgimento di numerose associazioni reggiane impegnate a combattere la pena di morte e a tutelare i diritti umani nel mondo. Tra queste, Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Carlo Bortolani Onlus, CGIL, CISL, UIL.

L’impegno contro la pena di morte

Il 19 novembre la Terza Commissione dell’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato col più alto numero di voti finora mai registrato una risoluzione che chiede una Moratoria Universale della pena capitale: 110 paesi favorevoli, 39 contrari, gli altri paesi astenuti o assenti.

Nel 2012, il Connecticut ha abolito la pena capitale, quinto stato americano negli ultimi cinque anni, dopo New Jersey, New Mexico, New York, Illinois.

E’ la conferma di una tendenza costante verso l’abolizione della Pena di morte, frutto di una grande sinergia di molti Paesi – con l’Italia e la Comunità di Sant’Egidio in prima linea assieme alle organizzazioni raccolte nella Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte.