Una terra, l’Emilia-Romagna, ”appetibile” per la mafia e vista come una ”grande lavanderia dove ripulire proventi illeciti sia con le forme classiche del riciclaggio che tramite l’usura”. E’ quanto emerge, nel Dossier 2012 sulla criminalita’ organizzata in regione di Libera Informazione. Secondo il rapporto in Emilia-Romagna viene sequestrato il 2,5% degli stupefacenti recuperati In Italia; si registra il 5% delle estorsioni e i commercianti vittime di usura sono 8.500.

 

Mosaico di mafie, con i numeri del radicamento delle organizzazioni criminali che parlano da soli, ma anche mosaico di antimafia, con l’azione delle istituzioni, delle categorie sociali ed economiche e della società civile che rappresenta gli anticorpi giusti contro le infiltrazioni criminali.

E “Mosaico di mafie a antimafia” è il titolo del Dossier sulla presenza di mafia, camorra e ‘ndrangheta in Emilia-Romagna, redatto dalla “Fondazione Libera Informazione – Osservatorio nazionale sull’informazione per la legalità contro le mafie” e voluto dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, presentato oggi a Bologna dal presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Matteo Richetti, e dal presidente e dal coordinatore di Libera Informazione, rispettivamente Santo Della Volpe e Lorenzo Frigerio. Si tratta del secondo volume, aggiornato al 2012, dopo la prima edizione del rapporto, un anno fa.

“Non siamo terra di mafia ma siamo terra per le mafie. Tuttora, nonostante la crisi, qui c’è ricchezza, – afferma Richetti – la nostra economia resta una delle più importanti a livello europeo e abbiamo marchi, dall’agroalimentare ai motori, di grande prestigio nel mondo: insomma, siamo appetibili, la criminalità organizzata punta a investire in Emilia-Romagna ingenti somme di denaro da ripulire e qui è già suonato qualcosa di più di un segnale d’allarme. Bisogna assolutamente alzare la guardia per evitare la contaminazione, per evitare, appunto, che da terra per mafie la nostra regione diventi terra di mafia. La società civile da una parte e le istituzioni dall’altra, e penso alle misure messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna per evitare infiltrazioni nell’opera di ricostruzione post terremoto, stanno facendo la loro parte e in questa regione, in questo Paese, siamo una società che quando serve si dimostra coesa e imbattibile: ecco, contro le mafie serve. Continua a servire”.

Dal rapporto di Libera Informazione si legge che in Emilia-Romagna viene sequestrato il 2,5% del totale degli stupefacenti recuperati a livello nazionale, che qui si registra il 5% delle estorsioni, i commercianti vittime di usura sono 8.500 (8,6% in Italia), e che i nostri ‘agro-marchi’ più importanti, dal Parmigiano-Reggiano all’Aceto balsamico di Modena, sono puntualmente contraffatti. Inoltre, in alcune province si affermano lavoro nero e caporalato e gli inquirenti, per l’attività di riciclaggio di denaro sporco, parlano di “lavanderia regionale”. Basta un dato: nel primo semestre 2012, le Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia sono già state più della metà di quelle del 2011: 2.749 contro le 4.343 dell’intero anno passato, quando l’Emilia-Romagna si piazzò quarta dietro solo a Lombardia, Lazio e Campania.

“Riciclaggio e usura ci sono, certo – spiega Della Volpe – ma è anche vero che in Emilia-Romagna c’è la confisca dei beni mafiosi, beni che vengono restituiti al tessuto economico e sociale regionale. E qui l’impegno dell’Assemblea legislativa, con il dossier arrivato alla seconda edizione, testimonia l’attenzione di una Regione che non intende sottovalutare o tacere il fenomeno dell’infiltrazione della mafie nel nord del Paese e in questi territori. E nel proseguire il nostro lavoro – chiude il presidente di Libera Informazione – monitoreremo ovviamente la fase di ricostruzione post sisma, alla luce anche degli importanti provvedimenti assunti dalla Regione Emilia-Romagna, regione dove, va ricordato, è stata approvata una legge sulla legalità, la cittadinanza responsabile e la prevenzione del crimine mafioso”.

E sul dopo terremoto, Richetti ha evidenziato le decisioni prese dalla Regione con la gestione del commissario Vasco Errani: dal protocollo per la legalità firmato il 27 giugno con le associazioni sindacali e d’impresa (le stazioni appaltanti che si impegnano a non ricorrere al criterio del massimo ribasso) all’elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche dell’Emilia-Romagna, fino all’elenco di merito delle imprese e alle white list istituite presso le Prefetture. Senza dimenticare l’istituzione della Dia a livello regionale, così come richiesto anche in una risoluzione approvata dall’Assemblea legislative.

“Ma leggi e delibere non bastano – chiude il presidente dell’Assemblea legislativa – bisogna fare ‘prevenzione culturale’ coi ragazzi, nelle scuole, e per questo nel 2013 intendiamo concretizzare il lavoro svolto finora realizzando il centro di documentazione sulla legalità intitolato a Roberto Morrione. La nascita del Centro – chiude Richetti – è l’obiettivo che vogliamo centrare il prossimo anno”.