Alessio-MammiChiusura dell’anno, un’occasione per fare un bilancio della situazione economico finanziaria anche degli enti locali: il grido di allarme che si è levato nel corso del 2012 da parte dei sindaci dei comuni di tutta Italia, al quale hanno fatto seguito diverse manifestazioni, è ben giustificato se si vanno a vedere le chiusure degli esercizi finanziari. Anche l’amministrazione di Scandiano non fa eccezione: “La strategia è chiara: i comuni fanno gli esattori, ma ci guadagna lo stato. Proseguono infatti i tagli agli enti locali, mentre sono inferiori le decurtazioni della spesa delle amministrazioni centrali – ricorda il sindaco di Scandiano Alessio Mammi – . Ciò significa meno servizi a disposizione dei cittadini e meno tasse che rimangono sul territorio. I comuni italiani rappresentano soltanto il 2,51% del debito totale dello stato, e gli enti locali nel loro complesso il 5,86%: eppure l’attenzione nel denunciare abusi e sprechi e dunque di proporre tagli è concentrata quasi unicamente su questo comparto. E per tutte queste ragioni, la nostra protesta continuerà anche nel 2013”.

Ecco i numeri: il primo dato allarmante riguarda la capacità di spesa, che a Scandiano passa in 4 anni da 25milioni di euro a 18, con una riduzione attestata a 7 milioni. Si tratta secondo l’amministrazione di un’enormità, anche in relazione al deprezzamento della moneta, che è stato sensibile: il 2013 si presenta inoltre in sensibile riduzione.

Inoltre, il governo ha ridotto i trasferimenti in misura pari al maggior gettito derivante dell’IMU: ma le previsioni del 2013 mettono in evidenza che l’equivalenza fra taglio dei trasferimenti e aumento dell’IMU – se esiste – riguarda solo il 2012; poi l’IMU rimane invariata e i tagli ai trasferimenti continuano. Se l’amministrazione riceveva dallo Stato nel 2009, 4milioni 776mila euro di trasferimenti per il funzionamento della macchina amministrativa, oggi questa cifra è attestata a 1milione e 564mila euro, ed è destinata a diminuire. “Lo stato nel 2012 – aggiunge il vice sindaco Gian Luca Manelli, con delega al bilancio – incassa su Scandiano direttamente 3milioni e 490mila euro di IMU, e contestualmente riduce i trasferimenti di 2milioni e 362mila, per un totale tra mancate spese e maggiori entrate di 5milioni e 852mila euro. Quindi formalmente le maggiori imposte sono comunali, ma in realtà quanto pagato in più è solo riscosso dal comune, ma incassato dallo stato. Si tratta di un meccanismo che nel 2013 si ripeterà anche con la Tares, la nuova tassa sui rifiuti, per la quale è prevista un’addizionale incassata dai comuni, ma destinata allo stato”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il blocco degli investimenti e i pagamenti effettuati, causa l’introduzione del patto di stabilità: a Scandiano gli obiettivi di patto particolarmente pesanti, uniti alla riduzione delle risorse destinate agli investimenti, hanno portato quest’ultimi virtualmente a zero, assieme alle attività di manutenzione straordinaria. Dall’introduzione nel 2009 del patto di stabilità si è passato da 6milioni 542mila euro di pagamenti effettuati e 3 milioni 17mila euro di investimenti impegnati, al 2012 con 919mila euro di pagamenti e 434mila euro di investimenti. “Si tratta di una situazione insostenibile – conclude il sindaco Mammi – L’aspetto più negativo, è il peso fiscale che grava sugli scandianesi, che passa da 3milioni 865mila euro del 2009 a poco più di 10milioni di euro del 2012, con un incremento pari al 172%. Gli scandianesi pagano molte tasse, e per Scandiano lo stato lascia le briciole: abbiamo possibilità di tenere sul nostro territorio una parte infinitesimale di queste risorse, vitali per la comunità. Questa gestione fiscale si fa sempre più pressante e centralista: noi facciamo di tutto per provare a non alzare le tasse (Scandiano è tra i comuni reggiani con l’IMU prima casa più bassa, attestata a 0,48) e mantenere al contempo la stessa qualità dei servizi offerti ai cittadini, ma la coperta è sempre più corta. Fino a quando potremo resistere e dare queste garanzie?”.