euro-denaroHanno superato i 27 milioni, sette in più del previsto, i pagamenti in conto capitale alle imprese fornitrici effettuati nel 2012 dal Comune di Modena. Lo annuncia l’assessore al Bilancio Giuseppe Boschini, dopo che i tecnici del settore finanziario hanno lavorato fino alle ultime ore dell’anno per verificare incassi e pagamenti in modo da garantire il rispetto del Patto di stabilità.

“In un panorama della finanza pubblica – spiega Boschini – che rimane particolarmente critico, anche in prospettiva 2013, e con fortissime incertezze dovute alla situazione economica e al quadro politico nazionale in evoluzione, questa è sicuramente una buona notizia: avevamo programmato di poter pagare quest’anno i fornitori in conto capitale per 20,7 milioni di euro (contro gli oltre 50 che sarebbero stati necessari), ma quello era tutto ciò che era possibile prevedere nel piano investimenti. Alla fine, però, grazie al lavoro svolto nella seconda parte dell’anno, siamo riusciti a creare le condizioni per superare i 27 milioni, una piccola cosa rispetto a quanto servirebbe, ma un’autentica boccata di ossigeno – sottolinea Boschini – per il tessuto produttivo locale, che come sappiamo è in fortissima sofferenza. Se non salviamo le nostre imprese, si perdono posti di lavoro, e quindi consumi e sviluppo, e risorse per i servizi pubblici”.

Con le variazioni di bilancio approvate nel corso degli ultimi mesi, spiega l’assessore, “abbiamo ‘pompato’ il più possibile risorse dalla spesa corrente (proventi da oneri di urbanizzazione e cimiteriali) verso le entrate in conto capitale, per migliorare il conteggio del saldo del patto. Abbiamo aderito, inoltre, alla sperimentazione nazionale sul nuovo bilancio armonizzato, che ci è costata molto lavoro e non poche difficoltà, ma ci ha dato un vantaggio significativo a fine anno in termini di avanzo primario, che abbiamo riversato anch’esso tutto sui pagamenti. Abbiamo evitato, almeno per ora, che per fare questo si vendessero gli ultimi gioielli di famiglia rimasti, come le azioni di società partecipate o le farmacie comunali. Inoltre, ci sono venuti in aiuto contenimenti del saldo del patto, da parte della Regione e dello Stato centrale, e i puntuali pagamenti di Regione, Fondazione Cassa di risparmio di Modena e altri soggetti rispetto ad opere comunali cofinanziate. Insomma, abbiamo continuato a tenere stretta la cinghia sulla spesa corrente, con il contributo dato dai diversi settori comunali che hanno fatto grossi sacrifici su costi e servizi, e abbiamo utilizzato tutti gli spazi di manovra per sostenere le imprese”.

La prospettiva per il 2013, però, risulta già difficile con il saldo iniziale del patto di stabilità fissato a oltre 18 milioni, e con notevoli difficoltà a ridurre questo valore in corso d’anno. “Nel 2013 vogliamo comunque invertire la tendenza – annuncia Boschini – e cominciare a ridurre quanto dobbiamo alle imprese, valore che invece negli ultimi anni è sempre salito a causa del patto sempre più stringente (quest’anno cinque volte superiore a quello del 2011). Sarà un percorso lungo, comunque, di anni. Intanto però c’è questo primo risultato positivo”.

I pagamenti resi possibili avvengono secondo l’ordine rigorosamente stabilito dagli obblighi contrattuali già assunti e dallo scadenziario relativo. “Dobbiamo elogiare il senso di responsabilità e la pazienza con cui le imprese hanno saputo e, speriamo, sapranno ancora aspettare. Da parte nostra – conclude Boschini – assicuriamo che il problema dei pagamenti è in cima alle nostre priorità, ci è chiarissimo che rischiamo di aggiungere sofferenze finanziarie a quelle già dovute alla crisi economica. E anche se tutto questo non dipende dalla nostra volontà, assicuriamo che continueremo a fare l’impossibile per pagare quanto più celermente possibile. Cercando in ogni modo gli spazi finanziari e le risorse, come siamo riusciti a fare in questa seconda parte del 2012, grazie al lavoro della struttura comunale e al contributo coordinato di diversi soggetti”.

RISPETTATO NEL 2012 IL PATTO DI STABILITÀ

Rispettare il patto stabilità significa per un Comune spendere meno di quanto si incassa in un rapporto tra entrate e uscite che viene indicato dallo Stato per contribuire a contenere l’indebitamento nazionale. Nel 2012 il saldo assegnato al Comune di Modena era di 23 milioni, quasi il triplo rispetto a quello dell’anno precedente: otto milioni. Ciò significa dover “congelare” 23 milioni, appunto, cioè avere entrate superiori alle spese di 23 milioni.

Nel corso dell’anno l’obiettivo del patto è stato rivisto, mentre nel 2011 era sceso a 2,8 milioni, nel 2012 è passato da 23 a 14,2 milioni: una forte riduzione, dovuta sia a scelte effettuate dal Comune sia dal sostegno venuto da Regione e Stato, che comunque prevede un saldo cinque volte superiore rispetto a quello dell’anno precedente. Il Comune di Modena, insomma, ha dovuto assicurare che ci fosse un più 14,2 milioni alla voce incassi rispetto ai pagamenti. Dunque soldi che devono restare “congelati” e non spesi, a garanzia del nostro debito pubblico nazionale, e per evitare che esso cresca eccessivamente. Rispettare il patto significa per ciò contribuire a stabilità e convergenza del debito pubblico, quindi alla credibilità del sistema Paese.

Non rispettare il patto di stabilità, come è stato annunciato nei giorni scorsi accadrà per alcune importanti città, comporterebbe sanzioni per il Comune con la riduzione o l’annullamento dei trasferimenti dallo Stato, il blocco della spesa sul livello dei tre anni precedenti, il divieto di accensione di nuovi debiti, anche per investimenti, il blocco totale delle assunzioni (anche precarie). In pratica, per Comuni con importanti dotazioni di servizi come Modena, potrebbe significare la paralisi.