In che modo sono stati investiti i 50 milioni di euro di fondi comunitari introitati dalla Sfir, proprietaria dell’ex zuccherificio di San Pietro in Casale (Bo), per la dismissione dell’impianto, visto che non ha ancora iniziato un “serio e concreto progetto industriale di riconversione produttiva, ma ha presentato le richieste per la realizzazione di due centrali, l’una a biogas e l’altra a cippato, della potenza di Kw 0,999 ciascuna”? E’ questo uno dei quesiti che il consigliere Gian Guido Naldi (Sel-Verdi) ha rivolto alla Giunta regionale in un’interrogazione, in cui ricorda le varie tappe della vicenda di questo impianto, segnalando che la “situazione di stallo in merito alla riconversione non corrisponde agli impegni presi nel 2007” e che “sono trascorsi cinque anni da quando i dipendenti dell’ex zuccherificio hanno iniziato a utilizzare gli ammortizzatori sociali e tuttora sono in cassa integrazione straordinaria”. Naldi chiede quindi se la Giunta non ritenga necessaria l’apertura di un tavolo di confronto con i cittadini e gli enti locali sull’eccessiva presenza di impianti a biogas e biomasse nel territorio di San Pietro in Casale e sull’impatto che tali impianti avrebbero su ambiente a agricoltura. Di qui, anche le richieste di effettuare valutazioni cumulative degli impatti sulla qualità dell’aria delle aree interessate dalle centrali e se vi siano procedimenti amministrativi in atto per la realizzazione di altri impianti per la produzione di energia ubicati nello stesso comune.