Si avvicina il giorno decisivo per la fusione dei comuni della Val Samoggia e non si placano le polemiche. Oggi è arrivato il voto favorevole della commissione regionale Bilancio affari generali e istituzionali: sì da Pd, Idv, Fds, contrari Pdl, Lega nord, Mov5stelle e Udc, astenuto Sel-Verdi, con una dichiarazione di voto del capogruppo Gianguido Naldi il quale, valutato l’esito referendario, si è detto contrario a questa fusione (l’esito della consultazione popolare pone “un problema di democrazia”, ha spiegato). Dopo il via libera della commissione, sarà l’Assemblea legislativa, convocata per il prossimo 5 febbraio, ad esprimersi definitivamente sulla nascita del nuovo e unico ‘comune di Valsamoggia’, in luogo degli attuali comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno, tutti nella provincia di Bologna.

Si avvia così alla conclusione l’iter di esame del progetto di legge sulla fusione predisposto dalla Giunta regionale a seguito della richiesta dei 5 Consigli comunali interessati e che era poi stato sospeso in Aula, in attesa dell’esito del referendum consultivo delle popolazioni dei cinque comuni tenutosi nel novembre scorso. Esito che ha fatto registrare, complessivamente, 5.726 sì alla fusione e 5.401 no; nel dettaglio, i sì hanno prevalso in tre comuni, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio, mentre il no è risultato maggioritario a Bazzano e Savigno.

Tutti approvati a maggioranza dalla commissione, presieduta da Marco Lombardi, anche la ventina di emendamenti ‘tecnici’ proposti dalla Giunta, perlopiù finalizzati ad inserisce nel testo della proposta di legge il nome del nuovo comune “di Valsamoggia”, il più votato nel referendum tra una rosa di quattro proposte.

Galeazzo Bignami (Pdl), su un emendamento che in parziale deroga a quanto previsto dalla legge sulla montagna precisa che il nuovo comune è definito montano “limitatamente ai suoi territori individuati come zone montane…..”, ha sollevato dubbi sulla correttezza con la quale vengono individuate le aree cosiddette montane, facendo presente che a suo giudizio ne andrebbero specificati i confini con tanto di dotazione cartografica. Di parere opposto il relatore del progetto di legge, Antonio Mumolo (Pd), che ha sostenuto come il dettato dell’emendamento chiarisca con precisione le aree in questione garantendo a quei territori, all’interno del nuovo comune, i benefici già concessi dalla legge. Non convinto, Bignami ha chiesto la sospensiva del provvedimento che, messa ai voti, è stata respinta dalla maggioranza dei presenti (a favore Pdl, Lega nord e Mov5stelle, contrari Pd, Idv, astenuti Sel-Verdi e Fds).