«Siamo fortemente sorpresi di fronte alle modalità utilizzate dal Comune di Bologna per affidare ad INTERCENT-ER il compito di indire la gara relativa al servizio di manutenzione del patrimonio stradale, la segnaletica e il servizio neve. Forti perplessità sul piano tecnico e legale, sono inoltre emerse dall’analisi delle scelte contenute negli atti di gara che la Centrale di acquisto regionale (INTERCENT-ER) ha previsto per i suddetti servizi per tutte le Amministrazioni Pubbliche della Regione Emilia-Romagna».
Questo il commento di Luigi Amedeo Melegari, Presidente di ANCEBOLOGNA che insieme con CNA, Confartigianato e Alleanza delle Cooperative Italiane Bologna (Legacoop, Confcooperative e AGCI), contesta le numerose lacune e le previsioni di difficile praticabilità presenti nel bando emesso da INTERCENT-ER.
Diversi sono i punti criticati dalle Associazioni imprenditoriali bolognesi.
In primo luogo i prezzi posti a base delle offerte, che si rivelano incongrui, con ribassi del 20% al 50% per le voci più significative come i “Lavori Stradali”, rispetto a quelli previsti dal prezziario regionale delle opere pubbliche fissato dalla Giunta Regionale con apposita delibera di intesa con le Associazioni degli Enti Locali, finalizzato alla tutela e promozione della legalità.
In secondo luogo, manca la previsione di una dimensione territoriale organizzativa delle imprese, quantomeno radicata su base provinciale e la soglia minima di lavori annui, con cui gli Enti Locali della Regione possono aderire all’accordo quadro di INTERCENT-ER, è troppo esigua per consentire alle imprese in sede di esecuzione dei lavori quelle stesse economie di scala che sono il presupposto per l’applicazione dei meccanismi di contenimento della spesa previsti nella legge sulla c.d. “Spending Review”.
Totalmente assente, è poi, la previsione da parte delle imprese affidatarie di documentate esperienze in servizi e lavori manutentivi almeno di dimensione analoghe a quelle poste a base della gara, e la richiesta di requisiti specifici per il “servizio neve”.
Non chiara è anche la quantificazione e qualificazione del patrimonio pubblico stradale sui cui intervenire in ciascun territorio di potenziali enti aderenti.
Non da ultimo, le Associazioni sottolineano la dubbia prevalenza nel bando della componente dei “servizi resi” rispetto a quella “lavori”, tale da mettere in discussione la legittimità stessa del ricorso alla Centrale di committenza unica, obbligatoria per legge solo per i servizi.
«Siamo di fronte ad una prima applicazione alquanto singolare sul nostro territorio della legge sulla c.d. “Spending Review” nella parte che affida alle Centrali di committenza regionali o nazionali lo svolgimento delle gare per l’acquisizione di beni e/o servizi – prosegue Melegari – Sappiamo bene che le Amministrazioni Pubbliche sono alla ricerca disperata del risparmio ma questa esigenza non può andare a detrimento della qualità dei servizi resi, dell’efficienza delle imprese e soprattutto del lavoro delle persone coinvolte. Non comprendiamo la “ratio” di tale modalità di affidamento – conclude Melegari – a meno che non sia quella di mettere esplicitamente le imprese, che già vivono una crisi senza precedenti, nelle condizioni di non poter lavorare. Il bando taglia fuori le imprese (locali e non) che rispettano le regole, applicano i contratti e operano nella legalità».
«Per questo motivo chiediamo al Comune di Bologna, ad INTERCENT-ER, alla Provincia di Bologna ed alla Regione Emilia Romagna – precisa Tiziano Girotti, Presidente di CNA Bologna – di attivarsi al più presto per revocare il bando e di avviare una fase di approfondimento tecnico che possa portare alla definizione di nuove modalità pubbliche di affidamento in grado di premiare quelle imprese che dimostrino un’effettiva capacità operativa nei lavori di manutenzione stradale ed un reale radicamento nel territorio in cui operano».
«La mancata previsione di una dimensione territoriale organizzativa delle imprese, quantomeno radicata su base provinciale è una “svista” tecnica che rischia di non assicurare adeguate condizioni di espletamento dei servizi – evidenzia Gianluca Muratori, Presidente di Confartigianato Bologna – Crediamo invece che bandi di questo tipo dovrebbero essere l’occasione per promuovere la collaborazione fra imprese di maggiori e minori dimensioni, valorizzando la loro localizzazione e il loro radicamento territoriale».
«Le Amministrazioni locali dovrebbero essere più consapevoli – aggiunge Gianpiero Calzolari, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Bologna – delle ripercussioni sul lavoro delle loro scelte. È singolare che il bando non preveda il passaggio alle dipendenze dell’impresa affidataria della manodopera già impegnata nei lavori di manutenzione, come regolarmente avviene negli appalti. Parliamo per Bologna di circa 130 lavoratori, che diventano 400 durante l’attivazione del Piano neve. Non ci si può dimenticare di loro in sede di formulazione delle gare d’appalto. Come non ci si può dimenticare delle clausole sociali negli appalti per favorire l’occupazione di persone svantaggiate, impegno fra l’altro più volte annunciato dalla stessa Amministrazione Comunale».
ANCEBOLOGNA, CNA Bologna, Confartigianato Bologna e l’Alleanza delle Cooperative Italiane Bologna hanno chiesto, con una lettera congiunta, un incontro urgente alle autorità competenti (Comune di Bologna, INTERCENT-ER) per illustrare le proprie valutazioni e proposte sul bando di gara.