Scoperti da padre e figlio mentre cercavano di entrare nella loro abitazione di Correggio hanno aggredito e picchiato il più ragazzo per poi rivisitare i loro piani, ovvero quello di cogliere di sorpresa i proprietari per rapinarli, e darsi ala fuga. A distanza di poco più di un mese da questo grave episodio delittuoso, che ha fatto rivivere l’incubo della rapine nelle abitazioni isolate in provincia di Reggio Emilia, i Carabinieri della Compagnia di Reggio Emilia hanno chiuso definitivamente il caso arrestando due nomadi domiciliati a Mirandola, in provincia di Modena.
Il GIP del Tribunale di Reggio Emilia, accogliendo infatti le richieste della D.ssa valentina SALVI, sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due nomadi che la sera del 13 febbraio scorso sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Emilia in collaborazione con i colleghi di Carpi. In manette sono quindi finiti L.C. 48enne e M.L. 57enne, entrambi domiciliati a Mirandola, che raggiungono il loro complice E.C. 35enne già ristretto nell’ambito dello stesso procedimento.
I fatti risalgono alla sera del 10 gennaio scorso quando due imprenditori agricoli, padre e figlio di 76 e 45 anni, mentre erano intenti a guardare la televisione sentivano dei rumori provenire dalla porta d’ingresso laterale. Anche i cani presenti in casa cominciavano ad abbaiare per cui i due imprenditori spaventati decidevano di uscire da altra porta dell’abitazione ritrovandosi però davanti tre uomini, uno dei quali con un piede di porco in ferro, che tentavano di entrare in casa colpendo i due con calci e pugni. Seguiva una violenta colluttazione durante la quale padre e figlio cercavano di difendersi. Il figlio veniva colpito da uno degli aggressori con un vaso (prognosi di 8 giorni ndr).
A quel punto i tre malviventi vista la resistenza opposta dai due si davano ala fuga dileguandosi nel buio della notte. Quindi l’allarme ai carabinieri di Correggio che intervenivano immediatamente sul posto mentre nell’intera provincia reggiana veniva scatenata una serrata caccia all’uomo. In prima battuta le due vittime in un apposita seduta di individuazione riconoscevano con certezza quali autori il sunnominato E.C., il fratello R.C. e B.F. che vennero arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei loro confronti. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia a seguito delle prime ammissioni di E.C. si aveva un’ulteriore svolta nelle indagini culminata con l’emissione degli odierni provvedimenti restrittivi e l’uscita dall’inchiesta dei restanti due nomadi.