Gaspare, trentenne con un lavoro instabile, che guarda al futuro con un misto di disincanto, paura e dispetto, racconta la storia della nonna, storica lavoratrice della camiceria Imperia. Lo spettacolo “Mia nonna aveva Futuro”, di e con Vincenzo Di Maio, diretto da Gianluca Barbadori, è un monologo veloce e incalzante che induce al sorriso nonostante l’amarezza. Andrà in scena venerdì 15 marzo alle 21 al Teatro Tempio, di via Caduti in guerra 192, dove si sta svolgendo la terza edizione della rassegna “Funambola – il giusto equilibrio tra maschile e femminile”, promossa dal Gruppo darte peso specifico e patrocinata dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Modena nell’ambito delle iniziative per celebrare la Giornata internazionale della donna.

Nella storia di Camerano, piccolo borgo delle Marche in provincia di Ancona, fanno capolino echi della storia dell’Italia intera, dalle lotte sindacali agli scioperi, dalla chiamata alle armi al fascismo, ma è solo la storia dell’Imperia che lascia a tutti, in paese, la memoria di una conquista di dignità senza compromessi. Gaspare riflette sul passato della nonna, esistita e presente, ma al tempo stesso così lontana, come il suo mondo, dove ci si batteva perché il lavoro facesse rima con diritti, la sapienza artigiana si tramandava e lo sfruttamento era un segno di prevaricazioni da superare. Accanto alla storia della nonna e del mondo della cooperazione, Gaspare racconta la sua esperienza di diritti negati, paghe irrisorie, orari inseguibili e contratti evanescenti. Ne emerge un divario, a poche generazioni di distanza, tra la sua storia e quella della nonna che aspirava ontà di guardare avanti e ambire ad avere un lavoro che fosse anche dignitoso erano molto più sentite di oggi. Come a dire che per saper guardare avanti, non occorreva avere una carriera folgorante o una paga alta, ma essere solidali con i propri colleghi e insieme cercare nel lavoro parte del senso della vita, di una crescita collettiva e consapevole.

Info e prenotazioni: 380/3696993-059/8752068- info@teatrotempio.it

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Una iniziativa a sostegno dei diritti di cittadinanza per i cittadini migranti e per i figli dei cittadini stranieri nati in Italia. E’ quella in programma sabato 16 marzo alle 9 nella sala di Rappresentanza del Palazzo comunale in occasione del conferimento della cittadinanza ad alcuni cittadini stranieri che hanno maturato i requisiti. L’appuntamento trova ulteriore forza simbolica nella prossimità con la data del 17 marzo, proclamata di recente per legge “Giornata nazionale dell’Unità, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”.

L’iniziativa, che rientra nell’ambito di azioni richieste dal Consiglio comunale con l’approvazione, nel febbraio 2012, di una mozione del Pd a sostegno della campagna di diritto alla cittadinanza “L’Italia sono anch’io”, vedrà il coinvolgimento delle 18 associazioni che hanno promosso la campagna in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità nazionale.

L’appuntamento, che sarà aperto dal saluto della presidente del Consiglio comunale Caterina Liotti, vedrà intervenire il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore all’Ambiente e Affari generali Simona Arletti. Alla consegna della cittadinanza ad alcuni cittadini stranieri seguirà un momento di saluto e saranno distribuiti confetti tricolore.

Le 18 associazioni promotrici sono: Acli, Arci, Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza), Comitato 1° marzo, Emmaus Italia, Fcei (Federazione chiese evangeliche in Italia), Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il razzismo è una brutta storia, Rete G2 (Seconde generazioni), Terra del fuoco, Ugl Sei e l’editore Carlo Feltrinelli.

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Dal Collegio San Carlo al Foro Boario, dalla Sinagoga al comparto Sant’Eufemia, i progetti di restauro realizzati dall’architetto Franca Stagi per Modena saranno al centro del dibattito tra Pier Luigi Cervellati, urbanista, ed Elio Garzillo, architetto e già soprintendente regionale per i beni e le attività culturali. L’incontro si svolgerà sabato 16 marzo alle 17 alla sala ex Oratorio del Palazzo dei Musei, largo Porta Sant’Agostino. Sarà coordinato da Matteo Agnoletto, curatore della mostra “Il progetto continuo: i restauri di Franca Stagi per Modena”, che rimane allestita fino al 30 marzo alla biblioteca Poletti (primo piano di Palazzo dei Musei) e nella giornata di sabato osserverà un’apertura straordinaria dalle 16 alle 20.

Pier Luigi Cervellati, 77 anni, urbanista, ha combinato l’impegno di docente all’Università di Bologna con l’attività politico-amministrativa: assessore al Comune di Bologna, mise a punto ipotesi di inserimento dell’edilizia economico-popolare nel centro storico, elaborando piani per Bologna (1972-73) e per Modena (1974-75). In numerose pubblicazioni ha affrontato questioni di storia urbana, di edilizia e di metodologia del restauro urbano. Elio Garzillo, architetto, nato a Napoli nel 1946, docente universitario, è stato soprintendente regionale per i Beni e le attività culturali dell’Emilia-Romagna fino al 2004.

L’incontro con i due esperti si inserisce nella mostra dedicata a Franca Stagi, che si avvale del patrocinio dell’Ordine degli architetti di Bologna e presenta otto progetti di restauro: il Collegio San Carlo, il Foro Boario, il Palazzo dei Musei, il Teatro Comunale, la Sinagoga, il comparto San Paolo, il comparto Sant’Eufemia e l’Ospedale Sant’Agostino. La mostra si può vedere negli orari di apertura della biblioteca: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 19 e dal martedì al sabato dalle 8.30 alle 13, con apertura straordinaria pomeridiana sabato 16.

L’opera dell’architetto Franca Stagi è documentata da un ricchissimo archivio formato da quasi 400 tra buste, cartelle e tubi portadisegni, che la famiglia ha donato alla biblioteca Poletti. A quattro anni dalla morte, la mostra in corso rende visibile al pubblico modenese una prima selezione del materiale. Sono esporsti una selezione di disegni preparatori, elaborati tecnici di cantiere, modelli in legno e fotografie testimoniano il percorso dell’architetto, un progetto continuo per il centro storico. L’obiettivo della rassegna è di chiarire come sia possibile agire sul patrimonio tutelato, seguendo un metodo coerente di intervento. L’auspicio, che non vuole esaurire la conoscenza dell’opera architettonica di Franca Stagi, è di porsi come un’anteprima sull’archivio, per avviare lo studio di una figura significativa nell’ambito dell’architettura e della cultura modenese.

Franca Stagi (1937-2008), nel 1962 si laurea in architettura al Politecnico di Milano e lo stesso anno ottiene l’abilitazione professionale. Nel 1963 si iscrive all’ordine degli architetti di Bologna e apre a Modena uno studio di architettura assieme all’architetto Cesare Leonardi. Dal 1985 prosegue la professione autonomamente fino al 2008, anno della sua morte. La prima fase della sua attività è relativa ai progetti realizzati in collaborazione con l’architetto Leonardi, tra i quali si ricordano i centri nuoto di Vignola e di Mirandola, i parchi Amendola a Modena e Pontesanto a Imola, e la partecipazione ad importanti concorsi pubblici come quello per il parco della Resistenza a Modena e per il cimitero comunale di Modena, senza tralasciare, poi, l’importante pubblicazione, nel 1982, del volume L’architettura degli alberi, incentrato sullo studio delle essenze arboree e finalizzato alla progettazione di aree verdi. Nella seconda fase della sua produzione professionale Franca Stagi privilegia il restauro e il recupero dei beni architettonici storici dei centri urbani. A questi progetti si aggiungono anche il restauro della Cattedrale di Carpi, la realizzazione della scuola materna e nido d’infanzia “Sandra Forghieri” situata in via Frescobaldi a Modena. Risale al 2008 la stesura del volume “Il grande porticato di piazza d’Armi”, realizzato in collaborazione con Patrizia Curti.

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È “La lingua salvata”, capolavoro di Elias Canetti, il libro in discussione sabato 16 marzo dalle 15 alle 17 nel gruppo di lettura “Sotto lo stesso tetto” alla Biblioteca Delfini in corso Canalgrande 103. L’appuntamento, gratuito, fa parte del ciclo “La famiglia nella letteratura tedesca contemporanea”, realizzato con l’associazione culturale italo-tedesca “Accademia della Crucca”. Le letture sono affidate all’attore Simone Tangolo, della compagnia del “Ratto d’Europa”. La partecipazione è libera e non occorre prenotazione.

Pubblicata nel 1972, “La lingua salvata” è la prima parte dell’autobiografia dell’autore, nato a Rustschuk in Bulgaria: una cittadina danubiana dove, scrive lui stesso, “in un solo giorno si potevano sentire sette o otto lingue”. La narrazione prosegue seguendo le tappe di una giovinezza nomade (Manchester, Vienna, Zurigo), segnata parimenti da drammi familiari e dalla passione per la lettura e la letteratura. La presentazione è condotta da Audrey Fahrtmann e Iris Faigle della Scuola di lingua tedesca DaF di Modena.