carabinieri_1000Nonostante l’età anagrafica si è rivelata un asso dell’informatica e del crimine: dal Veneto era riuscita a decodificare la carta di credito di un operaio di Collagna, in provincia di Reggio Emilia, spillandogli alcune centinaia di euro. I soldi sono poi stati utilizzati per rimpinguarsi il suo conto postale in rosso. Ma il malcapitato si è accorto quasi subito dell’ammanco e le indagini hanno portato a una pensionata con alle spalle analoghe “esperienze” nel settore della pirateria informatica.I carabinieri di Collagna hanno denunciato una 60enne residente a Novembre. L’estate scorsa, un operaio poco più che 50enne abitante a Collagna, si era accorto, al momento di un acquisto, che la carta di credito ricaricabile era vuota. Neppure un centesimo. È andato subito a verificare. La lista dei movimenti gli ha rivelato che qualcuno aveva avuto accesso al suo credito e aveva prelevato 250 euro ricaricando altra postepay. I carabinieri della Stazione di Collagna si sono messi al lavoro e, attraverso mirate indagini anche di natura telematica sono riusciti a ricostruire i movimenti del denaro e le operazioni avvenute attraverso il web. Gli stessi Carabinieri di Collagna si sono meravigliati quando le prime risultanze, poi confermate dai riscontri investigativi acquisiti, che dietro l’illecito telematico online vi era una “nonna” hacker.

Un sessantenne veronese che inizialmente ha respinto le accuse fingendo di essere vittima a sua volta di un esperto hacker per poi venire smentita dalle indagini. I soldi erano trafugati attraverso la decodificazione della carta di credito del reggiano erano stati infatti versati su una postepay intestata alla sessantenne e che la stessa aveva ottenuto come verificato dai Carabinieri presso l’ufficio postale emittente che conservava copia dei documenti della donna. La stessa firma sui documenti emessi per ottenere la postepay “incriminata” è risultata essere stata apposta dalla “navigata” sessantenne. Una serie di operazioni che incastrano l’odierna indagata, quelle portate alla luce dalle indagini dei Carabinieri, che hanno incastrato la donna. Per la nonna hacker quindi, a conclusione delle non semplici indagini, è quindi scattata la denuncia in ordine al reato di frode informatica.